Il territorio appulo-lucano unito nella risoluzione della vertenza Bradanica
Il territorio appulo-lucano unito nella risoluzione della vertenza Bradanica
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Il territorio appulo-lucano unito nella risoluzione della vertenza Bradanica

Il consiglio comunale di Matera delibera in favore della ripresa immediata dei lavori

Dopo tante incertezze e discussioni tra le parti interessate, la vicenda "Bradanica", che sta logorando intensamente il territorio appulo-lucano, è giunta in consiglio comunale.

L'ordine del giorno, approvato all'unanimità dai consiglieri, impegna il sindaco di Matera, i sindaci dei comuni interessati dalla strada statale Bradanica 655 e presenti in consiglio, il consigliere regionale democratico, Roberto Cifarelli, "a porre in essere tutte le iniziative necessarie per sollecitare anche tramite i parlamentari lucani e pugliesi, i presidenti della Regione Puglia e Basilicata, il Ministero delle Infrastrutture e l'Anas, quale stazione appaltante, affinchè intimino l'impresa Aleandri alla ripresa immediata dei lavori per il completamento dell'opera nei tempi più rapidi possibili".

Come detto, la riunione straordinaria dell'assise comunale, richiesta espressamente dal sindaco di Matera, Salvatore Adduce, ha visto la partecipazione dei sindaci dei comuni coinvolti dall'arteria stradale: Angelo Raffaele Favale, sindaco di Irsina, Francesco Sanseverino, sindaco di Grassano, Sabino Altobello, sindaco di Lavello, Michele Mastro, sindaco di Palazzo San Gervasio, Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza,Vito De Palma, sindaco di Ginosa. Non sono mancati all'appello anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, Manuela Taratufolo, Franco Pantone, Franco Coppola e il consigliere regionale, capogruppo del Partito democratico, Roberto Cifarelli.

L'intervento riguarda il completamento del I° tronco - primo lotto della strada Statale Bradanica: 8 chilometri di strada che hanno attraversato molte complicazioni nel corso degli anni passati. Nel 2011 il cantiere venne affidato all'azienda Intini poi fallita e a cui subentrò, attraverso il fitto di un ramo di azienda, la Aleandri Costruzioni nel marzo 2013.
Adesso i lavori sono bloccati per via di un contenzioso tra le parti. Nel merito lo scontro si rivela piuttosto acceso tra l'Anas e la società appaltante: da un lato l'Aleandri Costruzioni è restia a pagare una penale, ereditata dalla Intini srl, di 4,9milioni di euro all'Anas, dall'altro la società appaltante richiede all'Anas 130 milioni di euro nell'ambito di lavori effettuati nel resto d'Italia. Domani, 3 marzo, seguirà l'incontro a Roma tra le parti - convocato dal presidente dell'Anas, Pietro Ciucci - sperando in una risoluzione del contenzioso.

La vicenda coinvolge il territorio appulo-lucano, come spiega Adduce: "Si tratta di una strada strategica non solo per Matera e la Basilicata, ma anche per i tanti comuni pugliesi che si affacciano su questa arteria. Abbiamo pertanto convocato questo consiglio comunale alla presenza di tanti sindaci che hanno deciso di essere qui con la fascia tricolore non solo per dare solennità alla seduta, ma anche per ricordare che gli enti locali hanno a cuore il completamento di una strada che risolverebbe tanti problemi di accessibilità".

La denuncia dei consiglieri comunali riguardo il mancato completamento dell'opera è forte e chiara. Furente il consigliere, Angelo Raffaele Cotugno: "La questione tocca le famiglie dei lavoratori e il territorio purtroppo dimenticato dallo Stato. Basta con le lungaggini burocratiche e i soldi sperperati in modo vergognoso". Invece Adriano Pedicini di FI avverte: "Se i tempi sono questi, se gli enti si comportano in questo modo, falliremo anche in merito al progetto Matera2019. Per questo motivo bisogna fare qualcosa di veramente concreto". Il termine 'fallimento' è anche ripreso dal consigliere democratico, Angelo Cotugno: "Quando questioni di questo genere arrivano in consiglio comunale, significa che bisogna prendere atto di un fallimento". Gli snodi cruciali per Cotugno sono "il sistema degli appalti" e "gli stati di avanzamento dei lavori" che devono essere "revisionati" . E conclude perentoriamente: "Chi appalta e chi realizza le infrastrutture deve rispettare rigorosamente le regole".
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