Basilicata, popolazione continua a ridursi

Una tendenza inarrestabile: trasferimenti all'estero e in altre regioni

mercoledì 9 novembre 2022
Bassa natalità, emigrazione all'estero e trasferimenti in altre regioni. Una combinazione che per la Basilicata è un'emergenza senza fine. Infatti la popolazione continua a ridursi.

In un anno la popolazione residente è scesa a 539.999 (dato all'1 gennaio di quest'anno) rispetto ai 547.579 dell'1 gennaio 2021, con una diminuzione di 7580 persone. Di queste sono 698 (301 donne e 397 uomini) le persone che ufficialmente hanno lasciato la Basilicata per trasferirsi all'estero iscrivendosi all'Aire (anagrafe degli italiani residenti all'estero), numeri che portano i lucani ufficialmente residenti all'estero a quota 139.792. Sono i dati comunicati dal Centro studi internazionali dei lucani nel mondo che sul fenomeno migratorio in Basilicata collabora con la Fondazione Migrantes.

Rispetto al 2020 i trasferimenti all'estero sono diminuiti (erano stati 1080, soprattutto giovani) ma si evidenzia ''un flusso continuo e costante in uno con il sistema migratorio italiano votato alla ricerca di lavoro, ma anche di stabilità familiare'' perché, secondo il centro studi, ''non è casuale che tra questi 698 si annoverano anche una buona percentuale di pensionati o di familiari che seguono i loro figli, pur essendo questo un fenomeno circoscritto ai trasferimenti in altre regioni italiane o nei Paesi europei che garantiscono una migliore fiscalità''. I flussi lucani si rivolgono soprattutto verso Argentina, Germania, Svizzera (che segna un leggero decremento), Brasile (con un leggero incremento). Nella speciale classifica dei luoghi di origine nel mondo, in testa in Basilicata resta in termini assoluti Marsico Nuovo (con 3337 iscritti all'Aire rispetto ai precedenti 3289), seguito da Potenza (con 3229 ed un balzo netto in avanti rispetto ai 3070 del 2021) e Lauria che sorpassa di poco San Fele rispettivamente con 3068 e 3067 iscritti all'Aire). In valore assoluto in testa alla classifica dei luoghi di partenza dei lucani per incidenza percentuale sulla popolazione, resta Castelgrande (1422) seguito da Montemurro (1750).

"Senza una politica seria di incentivazione e conoscenza del fenomeno del turismo di ritorno - afferma il presidente del Centro studi Luigi Scaglione - anche i fondi di rigenerazione dei borghi rischiano di essere pane per pochi eletti senza risultati e i lucani continueranno inesorabilmente a sparire e partire. Bisogna incentivare i flussi attraverso il nostro sistema delle associazioni, delle federazioni e degli Sportelli lucani, altrimenti finanziare le agenzie turistiche produce effetti marginali e senza prospettive. Altre regioni stanno lavorando alla grande e sono avanti da tempo su promozione e sviluppo del turismo delle radici per il quale il livello istituzionale è sordo ai richiami ed incapace di organizzare la rete. E soprattutto incentivare forme di residenzialità defiscalizzata per avere nuovi cittadini attraverso i flussi che si ipotizza di movimentare. Altrimenti si distribuiscono risorse a pioggia alle agenzie di viaggi e basta. Tutto e niente. A differenza di un tempo - sottolinea Scaglione - la nuova emigrazione si dispiega in oltre 180 paesi del mondo, non più attraverso catene migratorie, ma in forma individuale e in luoghi distanti tra di essi, con un'alta propensione a spostarsi facilmente da un paese all'altro".