In Basilicata crisi idrica di portata eccezionale
Le scorte di acqua sono molto ridotte
giovedì 23 ottobre 2025
9.54
In Basilicata c'è "una crisi idrica di portata eccezionale, non più un'emergenza isolata con un quadro di severità idrica di livello elevato per gli schemi Basento-Agri-Camastra, Vulture-Melfese e Collina Materana, con 44 comuni lucani coinvolti, e una criticità media nel resto del territorio". Questa la situazione descritta dal presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, nel suo intervento durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale sulla crisi idrica.
La situazione è aggravata dai dati: gli afflussi autunnali-invernali 2023-2024 sono stati di soli 21 milioni di metri cubi, l'80% in meno rispetto alla media storica di 110 milioni annui. L'impatto penalizza la capacità di accumulo dei bacini, estendendo la crisi a zone storicamente stabili, come la Val d'Agri e lo schema del Frida. Le sorgenti lucane, che un tempo coprivano circa il 60% del fabbisogno idropotabile, oggi ne garantiscono appena il 30%. Lo schema del Frida, ad esempio, è passato da quasi 600 litri al secondo a poco più di 300. Il punto più critico riguarda la diga di Monte Cotugno, il più grande invaso artificiale d'Europa in terra battuta. Al 21 ottobre 2025, la diga conteneva circa 40,8 milioni di metri cubi, vicinissima alla soglia di riserva di 40 milioni di metri cubi; sotto tale quota non sarebbe garantito l'uso potabile.
"In risposta alla gravità della situazione e per accelerare la realizzazione delle opere - ha spiegato Bardi - la Regione Basilicata ha richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per deficit idrico e la nomina di un commissario delegato. Questa misura straordinaria si fonda sull'esperienza positiva del 2024, quando la gestione commissariale permise il ripristino dell'erogazione idropotabile a 140.000 lucani in soli 40 giorni''. Il presidente lucano ha rassicurato l'assise, elencando una serie di interventi infrastrutturali, di cui alcuni in atto e gli altri programmati e finanziati. Bardi ha anche ricordato che l'acqua lucana alimenta sistemi potabili e agricoli della Puglia, della Calabria settentrionale e dell'Ilva. Per questo la Basilicata, che fornisce acqua a oltre due milioni di cittadini tra Lucania e Puglia, chiede ''la revisione dell'accordo di programma del 2016 con la Puglia, per adeguarlo alle mutate capacità di invasamento dei bacini e alle nuove esigenze climatiche, puntando a regole eque che riconoscano il valore della risorsa e i costi di gestione''. E quindi ''chiede e merita riconoscimento, equità e rispetto per il ruolo che svolge'' al centro degli equilibri del Mezzogiorno.
Sono a rischio le produzioni di fragole nel Metapontino.
La situazione è aggravata dai dati: gli afflussi autunnali-invernali 2023-2024 sono stati di soli 21 milioni di metri cubi, l'80% in meno rispetto alla media storica di 110 milioni annui. L'impatto penalizza la capacità di accumulo dei bacini, estendendo la crisi a zone storicamente stabili, come la Val d'Agri e lo schema del Frida. Le sorgenti lucane, che un tempo coprivano circa il 60% del fabbisogno idropotabile, oggi ne garantiscono appena il 30%. Lo schema del Frida, ad esempio, è passato da quasi 600 litri al secondo a poco più di 300. Il punto più critico riguarda la diga di Monte Cotugno, il più grande invaso artificiale d'Europa in terra battuta. Al 21 ottobre 2025, la diga conteneva circa 40,8 milioni di metri cubi, vicinissima alla soglia di riserva di 40 milioni di metri cubi; sotto tale quota non sarebbe garantito l'uso potabile.
"In risposta alla gravità della situazione e per accelerare la realizzazione delle opere - ha spiegato Bardi - la Regione Basilicata ha richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per deficit idrico e la nomina di un commissario delegato. Questa misura straordinaria si fonda sull'esperienza positiva del 2024, quando la gestione commissariale permise il ripristino dell'erogazione idropotabile a 140.000 lucani in soli 40 giorni''. Il presidente lucano ha rassicurato l'assise, elencando una serie di interventi infrastrutturali, di cui alcuni in atto e gli altri programmati e finanziati. Bardi ha anche ricordato che l'acqua lucana alimenta sistemi potabili e agricoli della Puglia, della Calabria settentrionale e dell'Ilva. Per questo la Basilicata, che fornisce acqua a oltre due milioni di cittadini tra Lucania e Puglia, chiede ''la revisione dell'accordo di programma del 2016 con la Puglia, per adeguarlo alle mutate capacità di invasamento dei bacini e alle nuove esigenze climatiche, puntando a regole eque che riconoscano il valore della risorsa e i costi di gestione''. E quindi ''chiede e merita riconoscimento, equità e rispetto per il ruolo che svolge'' al centro degli equilibri del Mezzogiorno.
Sono a rischio le produzioni di fragole nel Metapontino.