Referendum 17 aprile, i vescovi lucani per la ‘libertà di coscienza’

L’appello della Conferenza episcopale di Basilicata

martedì 12 aprile 2016 9.17
A cura di Marco Delli Noci
Anche la Conferenza episcopale di Basilicata si esprime sull'imminente referendum abrogativo popolare del 17 maggio, riguardante la legge che regolamenta le estrazioni petrolifere in mare. E lo fa lanciando un appello "alla libertà di coscienza di ciascuno", ma anche comunicando la "vicinanza della Chiesa lucana" alle popolazioni della Val d'Agri e della Valle del Sauro per l'inchiesta sul petrolio avviata dalla Procura della Repubblica di Potenza.

Le indagini in corso sullo scandalo trivellopoli hanno creato scossoni politici in ambito locale e nazionale e al contempo sono anche sotto la lente d'ingrandimento della Ceb.

La Conferenza dei vescovi lucani manifesta tutta la sua "preoccupazione", spiegando di "condividere la richiesta di giustizia che viene dai territori interessati". Infatti, sempre secondo i vescovi lucani, "allo sfruttamento delle risorse naturali in Basilicata non sempre è stata riservata la giusta attenzione in tema di salute e ambiente. Nel corso degli anni – affermano in una nota stampa – questo stato di cose ha prodotto non solo preoccupazione tra la popolazione ma, in talune occasioni, veri e propri allarmi sociali".

I vescovi richiedono fermamente alla "politica" di "non fermarsi alla visione ordinaria e alla gestione 'normale' della casa comune. Questa va solidamente risanata e ricostruita, con coscienza vigile e pura e con una lineare operosità, oggi assolutamente necessaria". Infine, rivolgendosi alle "grandi aziende", i vescovi della Basilicata – che hanno citato ampi brani dell'enciclica "Laudato si'" del Papa – hanno sottolineato il loro "dovere di progettare e costruire un percorso positivo per tutti, rispettoso dei diritti dei più deboli e dei più esposti".