Scuola, la Regione Basilicata chiede più insegnanti

L’ente regionale prova con varie iniziative ad arginare l’esodo docenti

venerdì 2 settembre 2016 9.09
A cura di Marco Delli Noci
Non cessa l'ondata polemica contro il piano di mobilità nazionale insegnanti - contenuto all'interno della legge su 'La buona scuola' - che vede coinvolti gran parte dei docenti neoassunti del mezzogiorno verso le regioni del centro e soprattutto del nord. Fortemente colpito risulta il territorio lucano con un tasso notevolmente elevato di mobilità di docenti, il più alto nella penisola, verso le scuole settentrionali.

Per questo motivo la Regione Basilicata ha provato ad arginare il fenomeno intraprendendo varie iniziative. In primis, numerose sono state le discussioni sulla problematica nelle varie commissioni regionali nelle quali si è concordato unanimemente sulle conseguenze negative dell'esodo, come "l'insufficienza dell'organico di diritto a coprire i posti", e sulla richiesta al ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, incentrata per "un incontro al fine individuare misure di revisione delle operazioni di mobilità e di sblocco degli organici".

In seguito l'ente regionale ha intrattenuto numerose interlocuzioni con il Miur nel corso delle quali sono state affrontate anche le problematiche giuridiche inerenti l'utilizzo dei fondi P.O.N. e/o P.O.R. per finanziare la creazione di posti aggiuntivi. Ultimamente il presidente della Regione, Marcello Pittella, ha formalizzato un'istanza per sollecitare l'intervento di Giannini in favore dell'implementazione del contingente dei posti dell'organico di fatto, posti necessari sia a coprire i reali bisogni delle scuole lucane sia a limitare l'esodo.

Uno spiraglio di luce si intravede dalle anticipazioni del Gabinetto del ministero: ulteriori posti da assegnare alla Regione potrebbero essere istituiti esclusivamente con un decreto interministeriale del Miur di concerto con il ministero economia e finanze. Oggi l'analisi proseguirà in un incontro tra il dirigente generale del dipartimento politiche di sviluppo, Giandomenico Marchese, e l'USR, i sindacati Scuola ed alcuni rappresentanti del "Comitato 8000 esiliati Fase B", per valutare se sarà possibile avvalersi di altre azioni consentite.