Vertenza Natuzzi, l'Usb contro la Regione

I Comuni pensano ad un consiglio comunale congiunto per scongiurare altri licenziamenti

mercoledì 20 gennaio 2016 12.40
Continua a preoccupare la vicenda della società Natuzzi, l'azienda leader del settore dell'imbottito che da qualche tempo sta attraversando un periodo di crisi. Nelle scorse settimane è stato sottoscritto un accordo tra la società e i sindacati che ha mandato su tutte le furie l'Unione Sindacale di Base, contraria agli accordi.

L'USB, in vista dell'incontro convocato per domani 21 gennaio presso la Regione Puglia, al quale sono stati invitati solo i sindacati che hanno sottoscritto l'accordo, ha inviato un comunicato rimarcando tutta la sua contrarietà e la preoccupazione per il futuro dei lavoratori.
"L'USB, che quegli accordi non li ha mai firmati, li contesta alla radice e assume una posizione aspramente critica verso le modalità con cui MISE, Regione Puglia e Regione Basilicata hanno stanziato ingenti fondi pubblici a favore dell'azienda in causa, senza richiedere da quest'ultima l'impegno a non licenziare nell'immediato. Tale posizione deriva da un'accurata analisi che l'USB Lavoro Privato ha fatto dei sopra citati atti e da una successiva deduzione di semplice buon senso che ne è conseguita, per cui sembra sia proprio il caso di dire "piove sempre sul bagnato": alla Natuzzi arrivano altri soldi pubblici, mentre per i lavoratori sono ancora botte da orbi".

Infatti, alla Natuzzi, che si impegna a salvaguardare solo una parte dei suoi dipendenti e per giunta scegliendosi chi considera compatibile con le proprie esigenze tecnico-produttive, si danno 37,2 milioni di euro provenienti dalle tasche dei contribuenti. Mentre, 365 lavoratori vengono indicati come esuberi, ritenuti non meritevoli del Contratto di Solidarietà alla pari dei 1918 loro colleghi, trasferiti a loro insaputa presso lo stabilimento di Ginosa e, nello stesso momento, collocati in Cigs a zero ore per cessazione attività produttiva, dato che lo stesso sito è chiuso da più di un anno.
Inoltre, sarebbe opportuno soffermarsi sul futuro lavorativo che i soggetti firmatari stanno preservando per i 365 malcapitati. Ogni esiliato a Ginosa potrebbe essere riassunto presso una nuova e sconosciuta Società, tuttavia, occorre precisare che il lavoratore, essendo un neoassunto, partirebbe con un salario d'ingresso, perdendo gli avanzamenti retributivi acquisiti presso la Natuzzi. Va anche aggiunto che, stando alle vigenti disposizioni di legge, il nuovo rapporto di lavoro si realizzerebbe con il Contratto a tutele crescenti e quindi, con il rischio di un precoce licenziamento individuale, motivato da un generico carattere economico.

Infine – continua la nota - l'USB esprime profondo dissenso e sconcerto per la scelta compiuta da parte del "Comitato Regionale Monitoraggio Sistema Economico Produttivo e delle Aree in Crisi", il quale ha organizzato un incontro avente ad oggetto la Vertenza Natuzzi per il prossimo 21 gennaio presso la Regione Puglia, ma per l'occasione ha invitato soltanto i sindacati acquiescenti, escludendo dal tavolo l'USB, ovvero, l'unica organizzazione sindacale che negli ultimi tempi sta rappresentando il disagio e l'indignazione dei lavoratori".

Intanto sul fronte politico è di questi giorni la convocazione di un consiglio comunale congiunto con tutti i comuni dell'Alta Murgia per discutere della vicenda Natuzzi. La proposta avanzata dal sindaco di Santeramo, Michele D'Ambrosio, è di replicare l'iniziativa svolta per dire no alle scorie nucleari, esprimendo solidarietà ai lavoratori e inviando un messaggio forte da parte degli enti locali con l'obiettivo di scongiurare altri licenziamenti e difendere il lavoro oltre ai diritti dei lavoratori.