Antenna in via Gravina: lavori possono ripartire

Il Tar Basilicata ha bocciato l'ordinanza comunale di sospensione

giovedì 25 gennaio 2024 19.30
Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) ha accolto il ricorso presentato dalla società di telefonia mobile che ha installato un'antenna per la trasmissione 5G nella rotonda di via Gravina e che è stata fermata da un'ordinanza di sospensione dei lavori del Comune. L'impresa ha già collocato un traliccio di 35 metri prima di dover interrompere i lavori per la sospensione imposta dagli uffici comunali. Il tribunale ha dato ragione alla ditta che quindi potrà riprendere.

Il Comune valuta la possibilità di un ricorso in Consiglio di Stato. Secondo il sindaco Domenico Bennardi "l'istruttoria è incompleta" per la "mancanza di permesso a costruire". Secondo il sindaco e secondo gli uffici comunali, infatti, si tratterebbe di intervento "di nuova costruzione" che necessitano di permesso a costruire e che in alcun modo si poteva andare a derogare rispetto alla vigente disciplina urbanistica.Viceversa l'azienda ha iniziato i lavori ritenendo di avere tutti i permessi e le autorizzazioni.

La sentenza del Tar specifica che, secondo la normativa nazionale, la società di telefonia può installare l'antenna nella zona prescelta, senza che il Comune sia in grado di sollevare alcuna eccezione.

Amaro il commento di Bennardi. «Le sentenze si rispettano sempre -rimarca - ma non posso nascondere il mio dispiacere nel leggere una decisione che si discosta dall'assunto, che lo stesso Tar Basilicata in passato ha abbracciato. Mi riferisco alla recente sentenza sull'ordinanza di demolizione di una postazione radio nel Comune di Melfi, dove i giudici amministrativi lucani ribadirono che: "...tralicci e antenne di rilevanti dimensioni devono essere valutate come strutture edilizie soggette a permesso di costruire". Chiederò nuovamente all'azienda di delocalizzare la stazione radio base, nel frattempo ho chiesto agli uffici di verificare se ci sono le condizioni per un ricorso al Consiglio di Stato, come hanno fatto nelle medesime situazioni molti altri Comuni, purtroppo limitati nel loro agire dopo le ultime disposizioni normative nazionali».