Buon Natale 2014 da Monsignor Salvatore Ligorio

L'Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina per gli utenti di Materalife.it

giovedì 25 dicembre 2014 0.27
A cura di Vittoria Scasciamacchia
Si conclude un anno importante per la città di Matera e anche per l'Arcivescovo Monsignor Salvatore Ligorio, che il 24 Aprile di quest'anno ha ricevuto la cittadinanza onoraria a coronamento dei dieci anni di apostolato a Matera. Un anno che sarà ricordato per la nomina di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019, candidatura fortemente sostenuta dalla diocesi di Matera-Irsina con la firma del protocollo d'intesa con amministrazione comunale e comitato. Di straordinaria rilevanza anche il ritrovamento, nel corso dei lavori di restauro della Cattedrale, di due cappelle con grandi affreschi ben conservati e, non meno importanti, le celebrazioni del sessantesimo anniversario della proclamazione di Matera, "Civitas Mariae".

L'arcivescovo Ligorio, dunque, come ogni anno, elargisce i propri personali auguri ai cittadini della diocesi invitando a non perdere la speranza nel futuro nonostante il difficile momento storico che ancora stiamo vivendo. Che sia un Natale di speranza per tutti, queste le parole di Sua Eccellenza:

"Cari credenti e cercatori di Dio,
sia questo Natale per tutti Natale di speranza. Il mondo intero ha bisogno di una "speranza affidabile", ne ha bisogno la nostra Città
di Matera proclamata Capitale europea della Cultura 2019, ne ha bisogno tutta la società in questo tempo difficile, dove sembrano venir meno le ragioni per sperare in un futuro migliore, ne hanno bisogno specialmente i giovani che non riescono a vedere chiaro nel loro futuro e quanti hanno perduto o non riescono a trovare un lavoro per una sicurezza di vita per sé e per la loro famiglia. La speranza è affidata al volto di un Bambino che entra nella storia e chiede umilmente di essere accolto e riconosciuto nel valore e nella dignità del dono della Vita. E' un Bambino indifeso ma forte, affidato alle cure di una Madre, Maria, e di un padre, Giuseppe, che hanno dovuto arrendersi alla novità di un Dio che sceglie di farsi piccolo e povero per condividere la fragilità della nostra condizione umana. In questo Bambino noi ancora oggi riconosciamo il compimento di una promessa di salvezza e di felicità che è per tutti. Nello sguardo di questo Bambino si riaccenda nel cuore di tutti la speranza di una vita degna dell'uomo. La cultura del nostro popolo è ispirata dalla fede cristiana, è una cultura solida, intrisa di speranza e di fiducia, di solidarietà e di accoglienza del diverso, di apertura al dialogo e al confronto con altre culture, per riconoscere i germi di verità e di bene disseminati nella coscienza di ognuno per costruire insieme la "civiltà dell'amore". Permettiamo a Gesù Bambino di benedirci, di perdonarci e di aprirci con la sua tenerezza alla speranza di un futuro di sicurezza e di pace".