Fiammate Centro Oli di Viggiano, Liuzzi (M5S) interroga il governo

Chiesta un’indagine ad hoc. La pentastellata attacca: “Imbarazzante la risposta”.

sabato 16 gennaio 2016
A cura di Marco Delli Noci
Mirella Liuzzi, deputata del Movimento 5 Stelle, ha interpellato il governo centrale su una questione di notevole rilevanza: le fiammate del centro oli di Viggiano, impianto industriale nel quale viene trattato in prima istanza il petrolio estratto in Basilicata.

La problematica suscita fermento e preoccupazione soprattutto in merito all'inquinamento ambientale e alla salute dei cittadini lucani. Apprensioni accentuate recentemente, nel mese di dicembre, quando si è verificato un principio d'incendio nel corso del normale esercizio dell'impianto, su una unità di riscaldamento della linea Monte Alpi. Poi il caso è stato risolto in circa 15 minuti con il solo ausilio delle lance fisse del sistema di antincendio del COVA. Nessun ferito, ma l'episodio non è passato di certo inosservato.

Ora la tematica è tornata al centro della ribalta pubblica con l'interrogazione di Liuzzi rivolta al consiglio dei ministri. Nello specifico la portavoce pentastellata ha chiesto l'avvio di un'indagine che verifichi gli effetti dell'attività estrattiva sulla salute della popolazione e sull'ambiente della valle lucana, oltre che un adeguamento dei limiti delle emissioni di idrogeno solforato prodotte dal Centro Olio che - come da letteratura scientifica - supera di 6000 volte i limiti suggeriti dall'Organizzazione mondiale della sanità, "mettendo a rischio la salute dei lavoratori del centro, la popolazione, le produzioni agroalimentari e l'habitat lucano".

"La risposta del Governo – riferisce la parlamentare pentastellata - è stata a dir poco imbarazzante. In primo luogo perché è stato detto che i controlli sulle fiammate e sulle emissioni devono essere effettuati dallo stesso gestore dell'impianto, cioè dall'Eni. Ancora una volta il paradosso di un controllore che è allo stesso tempo il soggetto controllato. Inoltre è stato anche affermato che le fiammate non devono preoccupare e che l'idrogeno solforato prodotto dallo stabilimento industriale è addirittura inferiore ai limiti dettati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità".

A riguardo nessuna fonte e nessun dato sono stati forniti dal governo centrale, come affermato da Liuzzi: "Ogni volta che è stato presentato un emendamento dal M5S per abbassare i limiti, è stato puntualmente bocciato. Non è ovviamente possibile fare riferimento ai blandi pareri dell'Arpab, che è lo stesso ente pubblico preposto ai controlli, oggi sotto indagine della magistratura, che ha contestato proprio le valutazioni rassicuranti dell'ente sul livello di emissioni in Val d'Agri. Gli studi condotti dall'autorevole Università di Los Angeles redatti dalla Professoressa Maria Rita D'Orsogna, ci dicono invece che esiste una correlazione tra le malattie che colpiscono la popolazione, l'ambiente della Val d'Agri e le emissioni di acido solforico - anche a basse dosi - prodotte dal centro".

La magistratura sta procedendo ai controlli che la Regione Basilicata e l'Arpab avrebbero dovuto eseguire già da molto tempo per tutelare i cittadini lucani. "Nonostante ciò – conclude la parlamentare lucana - il Governo ha già tutti gli elementi per intervenire e per dare una risposta politica senza aspettare la fine delle indagini sull'illecito di rifiuti e disastro ambientale che ha coinvolto il Centro Olio di Viggiano. Serve un segnale forte. Risposte come questa, dedite al 'tuttappostismo' non fanno altro che continuare a prendere in giro i cittadini che devono subire le scelte di amministratori capaci di rispondere ad una sola logica, quella dei petrolieri. Il M5S a settembre del 2013, ha presentato una denuncia alla Commissione europea per l'ambiente, continueremo la nostra battaglia oltre che nel parlamento italiano anche nelle istituzioni internazionali".