Il Cine-teatro “Duni” chiude

L’architetto Acito: “Adesso recuperiamo il teatro”.

venerdì 24 aprile 2015 12.34
A cura di Marco Delli Noci
"La notizia, per quanto non inattesa, crea comunque profondo turbamento. Il Cinema – Teatro Duni ha chiuso nuovamente i battenti e la città si ritrova, di nuovo, senza la più grande sala teatrale, proprio ora che deve dimostrare all'Europa di saper sostenere il ruolo di Capitale della Cultura". Sono le parole dell'architetto Gigi Acito, preoccupato per il futuro dello storico teatro.

Sulle porte dell'edificio è affissa la scritta "chiuso", senza lasciare spazio a presupposti imminenti di riapertura. Ormai conclamato da tempo la proprietà del teatro, da sola non ce la fa a sostenere le spese di gestione e manutenzione, perché, come spiega Acito, "questa struttura, come tante in Italia, non produce reddito e dunque non può mantenersi, né tantomeno rigenerarsi da sola".

La storia è nota da tempo: "Va ricordato che quando il "Duni" fu realizzato – ricorda l'architetto - tra il 1946 e il 1949, c'era nella città una grande aspirazione a modernizzarsi e a evolvere verso più civili condizioni di vita e il grande desiderio di liberarsi dei lunghi anni di sofferenza che la guerra aveva prodotto. Furono alcuni privati che, interpretando anche un bisogno culturale della città, decisero, con spirito di iniziativa e con coraggio, di dotare la città di nuovi servizi, confidando nel ruolo decisivo dell'architettura, disciplina capace di interpretare le aspettative civili della città". E aggiunge: "Da allora generazioni di privati sono stati custodi di questo 'bene (culturalmente) comune' che oggi necessita di essere riqualificato con l'aiuto del pubblico".

La soluzione è stata indicata a più riprese dai vari architetti della città e dai privati che gestiscono lo stabile: "Abbiamo più volte indicato possibili soluzioni nell'interazione tra pubblico e privato". Ora è necessario rivitalizzare lo stabile: "Adesso è necessario sviluppare, senza ulteriori indugi, il più alto livello di consapevolezza e di civica solidarietà, attraverso l'apertura di un confronto tra proprietà ed Istituzioni locali (Regione, Comune), che individui le soluzioni giuridiche e finanziarie necessarie per dare un futuro al Teatro Duni".