Morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, nuova richiesta di indagini
Entrambi trovati senza vita nel 1988 a Policoro
giovedì 21 agosto 2025
È stata formalmente depositata nella cancelleria della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Potenza, il 29 luglio scorso, l'istanza di avocazione delle indagini ex art. 412 c.p.p. relativa alla tragica e mai chiarita morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, i due fidanzati ritrovati senza vita nella serata del 23 marzo 1988 a Policoro. L'istanza è stata presentata dall'avvocato Antonio Fiumefreddo, del Foro di Catania, su mandato della signora Olimpia Fuina Orioli, madre del compianto Luca, a seguito dell'ennesimo rigetto dell'istanza di riapertura dell'inchiesta da parte della Procura di Matera. La Procura di Matera ha deciso di non riaprire le indagini per mancanza di elementi nuovi. Invece la madre di Luca Orioli è convinta che ci siano i presupposti e spera che sia la Procura generale di Potenza a prendere le redini dell'azione investigativa.
Nella richiesta di avocazione si fa un elenco di elementi di "atti istruttori omessi o mai adeguatamente svolti e approfonditi" (questa è la tesi dei promotori dell'istanza) tra cui:
- L'acquisizione dei tabulati telefonici relativi alle giornate del 23 e 24 marzo 1988;
- L'escussione di 28 testimoni ritenuti chiave per la ricostruzione dei fatti;
- La riesumazione dei corpi con l'impiego di moderne tecnologie medico-legali (body scan);
- Una perizia comparativa sui corredi fotografici originali e ufficiali per accertare manomissioni nella scena del crimine;
- L'analisi del contesto e delle responsabilità legate al falso in perizia Valecce, mai indagate nella sostanza, ma archiviate per decorrenza dei termini.
A 37 anni dalla morte del figlio, Olimpia Fuina, madre di Luca Orioli, affida a parole accorate il senso della sua instancabile battaglia: "Non si può continuare a fingere che tutto sia già stato chiarito. Le omissioni, i depistaggi e i silenzi non possono essere l'ultima parola sulla morte di due giovani. Lo Stato non può essere complice dell'oblio".