Sblocca Italia, Napolitano firma il decreto

Ma la Basilicata attacca Pittella: "Più estrazioni e nessuno sviluppo per il Sud"

sabato 13 settembre 2014 11.18
A cura di Vittoria Scasciamacchia
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato nella giornata di ieri il decreto "Sblocca Italia". Prevista per oggi, 13 Settembre, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Entro 60 giorni la conversione in legge.

Intanto, sono tante le voci che hanno espresso dissenso in merito al presunto vantaggio della Basilicata sullo Stato (esponenti politici, sindacati e associazioni ambientaliste) in seguito alle dichiarazioni del presidente Pittella sul decreto Sblocca Italia della conferenza stampa di ieri mattina. Ad essere incriminati sono: l'utilizzo delle royalties sbloccate dal Patto di Stabilità, l'assenza di progetti per creare infrastrutture e posti di lavoro, l'aumento delle estrazioni previste.

Diverse le posizioni critiche che sottolineano la mancanza di programmi finalizzati ad uno sviluppo economico reale della regione, eppure il Memorandum sottoscritto nel 2011 prevedeva che lo Stato garantisse la costruzione di maggiori vie di comunicazioni tra la Basilicata e il resto d'Italia; la costruzioni di un centro studi europeo sull'energia e i possibili risvolti in termini di sicurezza; di una scuola superiore di formazione sull'energia; nonché tutela dell'ambiente e del territorio.

"Nel decreto 'Sblocca Italia' non c'è traccia di una sola opera viaria o ferroviaria che riguardi la Basilicata, al netto del fantomatico 'Distretto G' – scrive in una nota l'onorevole Cosimo Latronico (Forza Italia) - come pure ci si sarebbe dovuto attendere almeno per dare corso alla cantierizzazione di alcuni degli interventi inclusi nel 'Piano per il Sud' già deliberato dal Cipe con il governo Berlusconi per connetterci con l'alta velocità (la Napoli Bari rischia di tagliare ancor di più fuori la Basilicata ) oppure viario, la Murgia - Pollino per fare un esempio mentre si vuole candidare Matera a capitale europea della cultura".

Il consigliere Rosa di Fratelli d'Italia sottolinea che il "successo" dei 50 milioni sbloccati nel 2014 saranno utilizzati per pagamento mutui, fondazione città della pace, copes, forestazione, Consorzi di bonifica e Associazione regionale allevatori, "prendiamo atto che i soldi pubblici, anche questa volta, non serviranno per creare infrastrutture e posti di lavoro, per garantire la tutela ambientale ma per fare un po' di assistenzialismo. Prendiamo atto che per il Governatore tutto si riduce ad una questione di soldi".

"Nessun provvedimento per rilanciare il settore delle costruzioni è dedicato alla nostra regione – confermano Alessandro Genovesi, segretario generale Cgil Basilicata, e Enzo Iacovino, segretario generale Fillea Cgil Basilicata - nella nostra regione non un cantiere che riparte, non un'opera pubblica in grado di poter ridare vigore all'occupazione locale, ormai arrivata ai minimi storici".

Genovesi e Iacovino ricordano che le incompiute in Basilicata sono ben 37 per un valore di circa 35 milioni di euro, "tra tutte, lo "schema idrico Basento Bradano" è l'unica opera a essere stata inserita nel decreto Sblocca Italia […] L'opera prevede un impegno di spesa di circa 70 milioni di euro per il completamento. Su questo e altri temi incalzeremo la politica lucana, la Giunta ed il Consiglio regionale, affinché agli annunci seguano fatti concreti. Per il distretto G è l'ultima occasione".

Un'altra questione cruciale è rappresentata dalle nuove estrazioni. Il presidente della Regione Basilicata ha dichiarato che non si andrà oltre 180mila barili al giorno da estrarre in Basilicata, ma "i conti non tornano - denuncia la Ola, Organizzazione Lucana Ambientalista - le quantità assentite attualmente di barili al giorno sono di 104 mila barili in Val d'Agri, limite massimo contenuto nell'accordo ENI-Regione Basilicata del 1998 e 50mila barili dalla concessione Gorgoglione della Total, in base all'accordo del 2006 tra Regione e compagnie Total, Shell e Mitsui. Rispetto ai 180 mila barili al giorno dichiarati come limite massino dal presidente, mancano all'appello ben 26mila barili al giorno in più".

La Ola pone, dunque, degli interrogativi: "Esiste di conseguenza un nuovo accordo segreto con le compagnie petrolifere che intende portare a 180mila barili al giorno ed oltre, il petrolio "autorizzabile" sul territorio regionale? E chi lo autorizzarà? Sempre la Regione? oppure, così come anticipato dallo stesso Renzi, esclusivamente i ministeri e non la Regione che sarà solo 'sentita'?".

A proposito del titolo concessorio unico, scrive ancora Rosa: "Sappia Pittella che la materia energetica è, ancora, materia concorrente; il Governo, riservando a sé il rilascio delle concessioni, avrebbe approvato un provvedimento palesemente anticostituzionale. Troppo".