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Cosa si è deciso nel seminario ANIEF a Matera?

Il 17 marzo il mondo scolastico scenderà in piazza a Roma

Nell'aula magna del Liceo Scientifico di Matera l'Anief Basilicata ha promosso il seminario dedicato alla riforma sulla scuola approvata dal Governo Renzi sul tema "La Legge 107/2015 e gli schemi dei decreti delegati".

Al seminario, riservato a tutto il personale della scuola (Dirigente, RSU, DSGA, Personale di Ruolo, Personale Neo Immesso, Personale ATA e tutto il personale a tempo determinato), hanno partecipato il presidente e il vice presidente regionale di Anief, Nuccio Santochirico e Gaspare L'Episcopia e il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, che ha approfondito nei dettagli i decreti delegati di prossima approvazione: "Questi decreti delegati - ha sottolineato Pacifico - peggiorano la scuola. La peggiorano per quanto riguarda il problema del precariato. Non si trovano soluzioni al problema del precariato di oltre 100 mila docenti che chiamiamo ogni anno. La fase transitoria di reclutamento è molto nebulosa. Abbiamo chiesto chiaramente di estendere il doppio canale di reclutamento anche alle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia laddove le graduatorie ad esaurimento e di merito siano esaurite.
Inoltre il sistema di reclutamento di formazione è troppo lungo rispetto a quello precedente (otto anni rispetto e sei) e non tiene conto comunque del fatto che il personale ATA non viene preso in considerazione, senza dimenticare il reclutamento del personale della scuola dell'infanzia e della primaria come anche degli insegnanti tecnico pratici.
Forti critiche sono relative al fatto che bisogna rifare la certificazione a più di 260 mila alunni con handicap e addirittura ci sono dei problemi per la certificazione dell'esame finale della licenza media.
Non condividiamo l'impostazione della continuità didattica del vincolo di 10 anni per i nuovi assunti su posti di sostegno in quanto gli ordini di scuola sono rispettivamente di cinque anni per la scuola elementare, tre per la scuola media e cinque per le superiori.
Anche per quanto riguarda gli esami di Stato abbiamo espresso forti perplessità perché l'Invalsi deve essere un elemento sistematico per valutare gli alunni e gli insegnati delle scuole.
Siamo contro l'attacco alla scuola pubblica per il tramite dell'abolizione legale dei titoli di studio. La scuola esiste proprio perché dobbiamo dimostrare di certificare il livello di competenza per i singoli alunni nonchè per la preparazione di tutto un percorso che li vede maturi per entrare nel mondo del lavoro.
Per tutte queste ragioni abbiamo deciso comunque, in caso di mancata risposta, di scendere in piazza tutti insieme il 17 marzo prossimo. Faremo una grande manifestazione a Roma e invitiamo ancora una volta tutti i docenti a fare sentire le ragioni di chi lavora nella scuola".
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