I camini della Valdadige
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Territorio

Valdadige, ricomincia la combustione del Petcoke

I cittadini riattivano il Presidio a Borgo Venusio

Riprendono i lavori di combustione del Petcoke da parte dell'azienda Valdadige. Questa la notizia schock giunta alle istituzioni locali e ai cittadini di Borgo Venusio.

I dirigenti dell'azienda hanno inviato nel pomeriggio di ieri, 5 Marzo, una lettera al Comune di Matera, alla Regione Basilicata, alla Provincia di Matera, all'ARPAB sez. Matera, ad ASM, alla Legambiente, alla Feneal UIL, alla CGIL, alla FILCA CISL, al comitato dei cittadini di Venusio, al WWF Matera e al Movimento Il Grillaio, in cui comunicano la decisione di utilizzare nuovamente il petcoke per la durata di un mese al fine di testare l'impianto e monitorare contestualmente le emissioni per verificare l'eventuale superamento dei limiti di tollerabilità.

Tutto ciò, nonostante il tavolo tecnico del giorno 24 Febbraio, indetto dal Sindaco, al termine del quale si era giunti alla decisione di sospendere l'attività di combustione del materiale incriminato da parte della ditta Ila Laterizi (ex Valdadige) ed effettuare una revisione dell'Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) concessa nel 2010. Di conseguenza, era stato sospeso il presidio permanente dei cittadini di Borgo Venusio.

Alla notizia della ripresa attività è stata immediata la reazione del Comitato di difesa del borgo. "Un'azione che sembra quasi una sfida da parte della Valdadige e che non possiamo assolutamente permettere – dichiara Mimmo Genchi, membro del Comitato – siamo pronti a riattivare oggi stesso il presidio permanente e ad inasprire la protesta!"

All'interno della lettera trasmessa dall'azienda, si lamentano le lungaggini burocratiche che stanno ritardando l'avvio dell'impianto combustibile a petcoke e le doglianze ritenute infondate delle comunità residenziali circa le eventuali e possibili immissioni nocive. Definiscono, inoltre, "pretestuosa e infondata" la ragione per la quale si richiederebbe il riesame dell'autorizzazione concessa nel 2010. Pertanto, l'azienda conclude: "Per uscire da questa situazione di stallo, in un'ottica di piena collaborazione, questa azienda intende procedere a una sorta di "messa in prova" dell'impianto per un periodo di un mese, di modo che si possa iniziare la produzione a mezzo impianto a combustione PET-COKE, monitorando le emissioni e verificando l'eventuale superamento dei limiti di tollerabilità nelle emissioni stesse. In tal caso, questa azienda si impegna sin d'ora a sospendere immediatamente la produzione con impianto a combustione PET-COKE."

Una proposta inaccettabile e insensata per i cittadini. "E se l'esito del mese di prova fosse negativo? Se si evincesse che, in effetti, l'impianto produce fumi nocivi per la salute umana? Chi pagherebbe i danni causati nel frattempo? - continua Genchi - noi andremo avanti come un treno perché non è ammissibile anteporre gli interessi economici alla salute umana".
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