Celebrata la Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate

Il sindaco: “Il messaggio giunge dai nomi dei martiri sulla lapide in piazza”

venerdì 4 novembre 2016 15.09
Si è svolta oggi, a Matera, la Festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate.

Le celebrazioni si sono aperte al Cippo di via Lucana con la deposizione di una corona alla presenza del Sindaco Raffaello de Ruggieri, del Prefetto Antonella Bellomo, del vice ministro all'Interno on. Filippo Bubbico e del Presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo.
La manifestazione è proseguita in piazza Vittorio Veneto alla presenza delle rappresentanze di tutte le forze dell'Ordine e della Fanfara del 7° Reggimento Bersaglieri di Altamura. Dopo la deposizione della corona al Monumento ai Caduti, il Prefetto ha letto il messaggio del Capo dello Stato.
Il colonnello Donato Ninivaggi, Comandante del Comando Militare Esercito "Basilicata" ha letto, subito dopo, il messaggio del ministro della Difesa.
Le celebrazioni sono proseguite con l'intervento della presidente della Consulta studentesca provinciale, Arianna Antezza e con quello del rappresentante delle Associazioni combattentistiche e d'Arma, prof. Franco Lisanti.
Subito dopo ha preso la parola il presidente della Provincia, Francesco De Giacomo.

Nel suo intervento il sindaco Raffaello de Ruggieri ha sottolineato: "Quella di oggi rappresenta una occasione di riflessione e ricordo sul ruolo delle forze armate che rappresentano il collante determinante, in particolare, in circostanze drammatiche. Il terremoto del centro Italia ne è la prova grazie alla solidarietà umana delle Forze Armate nel conforto alle popolazioni travolte da questa tragedia immane. Essi sono lì, in prima fila, a segnare la presenza dello Stato.
Oggi – ha aggiunto – è anche la Giornata dell'Unità nazionale. Questa data ha segnato un momento in cui la Nazione ha ritrovato unità geopolitica a anche la forza di esprimere la propria Unità. La Prima Guerra Mondiale ha vissuto due tappe terribili: il 24 ottobre 1917 e il 24 ottobre 1918: a Caporetto e un anno dopo, con l'inizio della grande battaglia di Vittorio Veneto, di cui la nostra piazza porta il nome. Fu quello il momento epocale di rincorsa verso la vittoria che portò alla liberazione di Trento e Trieste il 3 novembre 1918; un momento epocale della nostra storia che dobbiamo ricordare e che ci impone il rispetto. I morti della lapide in questa piazza – ha concluso il sindaco - sono morti per un Paese migliore".