Sabato la Sala per incontri pubblici della Biblioteca “T. Stigliani” avrà un nome
Sarà ufficialmente intitolata alla poetessa lucana “Laura Battista”
venerdì 9 febbraio 2018
11.47
Situata al secondo piano della Biblioteca "T. Stigliani" di Matera, la Sala per incontri pubblici e convegni sarà ufficialmente intitolata, sabato prossimo 10 febbraio alle ore 17:00, alla poetessa lucana "Laura Battista". La cerimonia, che avrà inizio con la benedizione della Sala da parte di Monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina, prevede la scopertura di una maiolica con elementi a rilievo. L'opera è stata realizzata da Daddiego Arte2 di Daddiego Carmine Leonardo di Matera, su bozzetto dell'artista Giuseppe Filardi. Al termine, partiranno i lavori di un convegno nel quale interverranno lo storico e critico letterario Prof. Giovanni Caserta ("Laura Battista: la donna, la poetessa"), l'Avv. Anna Maria Amenta, delegata alla cultura della Provincia di Matera ("La Carta dei Servizi della Biblioteca "T. Stigliani"), il Dr. Enrico L. de Capua, Dirigente della Provincia di Matera ("Attività svolta dalla Biblioteca 'T. Stigliani' nel 2017"), il Prof. Angelo Bianchi ("Attività dell'associazione 'Amici della Biblioteca'"), il Dr. Francesco de Giacomo, Presidente della Provincia di Matera ("Prospettive e programmi della Biblioteca 'T. Stigliani'"). La conclusione del convegno è affidata al Presidente della Regione Basilicata, Dr. Marcello Pittella. Nell'occasione verrà consegnata una targa ricordo al già direttore della Biblioteca "T. Stigliani", Dr. Raffaele Lamacchia. L'accompagnamento musicale della serata sarà eseguito dalla Prof.ssa Nunzia Del Popolo.
S C H E D A
Laura Battista nacque a Potenza il 23 novembre del 1845, figlia di Raffaele Battista da Agrigento e di Caterina Atella da Matera. Il padre fu un insegnante di lettere e consigliere provinciale di Matera. Laura aveva anche due fratelli, Camillo e Margherita. Con la scomparsa della madre, avvenuta nel 1859, il padre investì le sue frustrazioni e ambizioni sulle qualità intellettuali di Laura. L'ingombrante autorità del padre la costrinse a trascorrere l'infanzia sui libri, lontana da ogni tipo di distrazione. In nome della solitudine con la quale conviveva, Laura iniziò a rifugiarsi nella poesia. A quindici anni pubblicò nell'antologia di autori lucani "Fior di Ginestra", stampata nel 1860 a Potenza, la poesia "All'usignuolo", dedicata alla madre. Tuttavia Laura Battista non rimase chiusa entro le personali problematiche esistenziali e divenne quindi sensibile ai problemi politici e sociali del tempo. Dopo l'Unità d'Italia la poetessa lucana scrisse molte poesie dedicate a Garibaldi. Non ancora maggiorenne, Laura studiò da autodidatta diverse lingue straniere come l'inglese, il francese e il tedesco. Così comincio anche a tradurre opere di Thomas Moore, Johann Wolfgang von Goethe, John Milton, George Gordon Byron e Maria Wagner. Nel 1870 sposò il conte Luigi Lizzadri, appartenente ad una delle più antiche famiglie di Tricarico. La poetessa ebbe una ricca corrispondenza epistolare con molti intellettuali del tempo come il Prati, l'Aleardi e Carducci, che apprezzarono le sue liriche e il suo ardente messaggio civile. Laura, tuttavia, non riuscì a vivere tranquillamente la sua vita coniugale, scossa dalle precarie condizioni economiche e dalla perdita di quattro dei suoi cinque figli. Nel 1879 pubblicò la sua raccolta di 81 liriche,'Canti', presso la Tipografia Conti di Matera, dedicandola ai figli perduti. Nel 1883 la poetessa lucana ottenne l'abilitazione all'insegnamento delle Lettere Italiane nelle scuole normali di Camerino (Marche). La lontananza da casa e il lavoro per lei impegnativo accrebbero la sua spossatezza e non migliorarono le sue condizioni di salute. Ammalatasi, dovette ritirarsi dall'insegnamento e tornare rapidamente a Tricarico, dove si spense il 9 agosto 1884 nel palazzo di famiglia a trentotto anni. La sua tomba andò distrutta negli anni ottanta del Novecento.
S C H E D A
Laura Battista nacque a Potenza il 23 novembre del 1845, figlia di Raffaele Battista da Agrigento e di Caterina Atella da Matera. Il padre fu un insegnante di lettere e consigliere provinciale di Matera. Laura aveva anche due fratelli, Camillo e Margherita. Con la scomparsa della madre, avvenuta nel 1859, il padre investì le sue frustrazioni e ambizioni sulle qualità intellettuali di Laura. L'ingombrante autorità del padre la costrinse a trascorrere l'infanzia sui libri, lontana da ogni tipo di distrazione. In nome della solitudine con la quale conviveva, Laura iniziò a rifugiarsi nella poesia. A quindici anni pubblicò nell'antologia di autori lucani "Fior di Ginestra", stampata nel 1860 a Potenza, la poesia "All'usignuolo", dedicata alla madre. Tuttavia Laura Battista non rimase chiusa entro le personali problematiche esistenziali e divenne quindi sensibile ai problemi politici e sociali del tempo. Dopo l'Unità d'Italia la poetessa lucana scrisse molte poesie dedicate a Garibaldi. Non ancora maggiorenne, Laura studiò da autodidatta diverse lingue straniere come l'inglese, il francese e il tedesco. Così comincio anche a tradurre opere di Thomas Moore, Johann Wolfgang von Goethe, John Milton, George Gordon Byron e Maria Wagner. Nel 1870 sposò il conte Luigi Lizzadri, appartenente ad una delle più antiche famiglie di Tricarico. La poetessa ebbe una ricca corrispondenza epistolare con molti intellettuali del tempo come il Prati, l'Aleardi e Carducci, che apprezzarono le sue liriche e il suo ardente messaggio civile. Laura, tuttavia, non riuscì a vivere tranquillamente la sua vita coniugale, scossa dalle precarie condizioni economiche e dalla perdita di quattro dei suoi cinque figli. Nel 1879 pubblicò la sua raccolta di 81 liriche,'Canti', presso la Tipografia Conti di Matera, dedicandola ai figli perduti. Nel 1883 la poetessa lucana ottenne l'abilitazione all'insegnamento delle Lettere Italiane nelle scuole normali di Camerino (Marche). La lontananza da casa e il lavoro per lei impegnativo accrebbero la sua spossatezza e non migliorarono le sue condizioni di salute. Ammalatasi, dovette ritirarsi dall'insegnamento e tornare rapidamente a Tricarico, dove si spense il 9 agosto 1884 nel palazzo di famiglia a trentotto anni. La sua tomba andò distrutta negli anni ottanta del Novecento.