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Religioni
Festa della Bruna, le parole del vescovo
Elogio della semplicità della processione dei pastori
Matera - martedì 2 luglio 2019
19.09
"Oggi per Matera è un giorno particolare: è la festa della Madonna della Bruna. Stamattina, durante la messa "detta dei pastori", pensavo, volando indietro nel tempo, come i nostri pastori, attraverso la loro fede genuina, erano capaci di coniugare fede e lavoro, soprattutto in questo giorno, attingendo alla Parola di Dio e mettendosi in cammino dietro alla dolce Madre della Bruna, con la gioia e l'ansia di chi sente la responsabilità nel guidare il proprio gregge e badare alla propria famiglia". Sono le parole dell'arcivescovo di Matera-Irsina, Giuseppe Antonio Caiazzo, nell'omelia della messa di oggi per "il giorno più lungo dei materani".
"Ho immaginato che insieme a loro probabilmente ci fossero anche le greggi. Ho sentito i loro belati, le campanelle appese al collo, i fischi e le grida dei pastori che si alternavano a canti e preghiere. In quest'ottica si coglie e capisce il senso della processione dei pastori attuale", ha aggiunto la guida spirituale della comunità materana.
Caiazzo si è soffermato sul senso profondo della festa della Madonna della Bruna che si celebra da 630 anni ed è molto conosciuta per l'aspetto popolare molto noto del rito della distruzione del carro (lo "strazzo").
"Ai pastori, gente umile che al tempo di Gesù erano messi ai margini della società e considerati immondi, a loro fu dato a Betlemme il primo annuncio che Maria aveva partorito un Bambino, Gesù. I pastori, a Matera, danno a noi la sveglia - ha detto monsignor Caiazzo - per adorare nella Vergine della Bruna la presenza viva di Gesù, Dio che si è fatto come noi per farci come lui. Questa è la fede che ci è stata tramandata e che ha fatto cultura. Chi non conosce la storia di Matera, fortemente legata alla sua Madonna, non potrà capire nemmeno questo tipo di manifestazioni religiose".
"Ho immaginato che insieme a loro probabilmente ci fossero anche le greggi. Ho sentito i loro belati, le campanelle appese al collo, i fischi e le grida dei pastori che si alternavano a canti e preghiere. In quest'ottica si coglie e capisce il senso della processione dei pastori attuale", ha aggiunto la guida spirituale della comunità materana.
Caiazzo si è soffermato sul senso profondo della festa della Madonna della Bruna che si celebra da 630 anni ed è molto conosciuta per l'aspetto popolare molto noto del rito della distruzione del carro (lo "strazzo").
"Ai pastori, gente umile che al tempo di Gesù erano messi ai margini della società e considerati immondi, a loro fu dato a Betlemme il primo annuncio che Maria aveva partorito un Bambino, Gesù. I pastori, a Matera, danno a noi la sveglia - ha detto monsignor Caiazzo - per adorare nella Vergine della Bruna la presenza viva di Gesù, Dio che si è fatto come noi per farci come lui. Questa è la fede che ci è stata tramandata e che ha fatto cultura. Chi non conosce la storia di Matera, fortemente legata alla sua Madonna, non potrà capire nemmeno questo tipo di manifestazioni religiose".