
Religioni
Il messaggio del Vescovo: "Vivete il vero senso del Natale"
Mons. Caiazzo punta il dito contro l'ipocrisia e invita all'impegno sociale
Matera - mercoledì 25 dicembre 2019
Su un tempo di ''grandi contraddizioni'' e nel contempo di ''ipocrisia'' si sofferma l'arcivescovo di Matera-Irsina, Giuseppe Antonio Caiazzo, nel suo messaggio di auguri alla comunità in cui invita a recuperare il senso autentico del Natale e del Bambino che nasce.
''Gesù continua a nascere - scrive nella sua lettera di auguri e di riflessione - là dove la vita viene accolta e coltivata con amore: qui c'è il vero presepe. Viviamo il tempo delle grandi contraddizioni. C'è chi vuole eliminare nelle scuole qualsiasi riferimento al sacro, come il presepe o le recite sul Natale di Gesù, in nome del rispetto delle altre religioni. La cosa non mi meraviglia: fin dai tempi di Erode il Bambinello Gesù ha contrastato i potenti, lottando contro le ingiustizie per l'affermazione della verità. Ma ci sono anche i puritani, difensori di una fede personale, infastiditi se il presepe viene contestualizzato in una situazione di miseria - aggiunge Caiazzo - quale può essere la presenza di migranti o di degrado, non conforme ai dettami della nostra cultura occidentale. E' l'ipocrisia di chi pensa di celebrare il Natale collocandolo all'inizio del cristianesimo senza volerlo calare nella storia attuale. E' esattamente l'idea opposta di San Francesco d'Assisi''.
Caiazzo dà merito alle realtà operose e caritatevoli presenti nel territorio della diocesi. ''Ci sono tanti luoghi di speranza - afferma - dove la vita è accolta, servita, sostenuta, amata, respirata. Penso ai tanti senza tetto, agli immigrati, alle donne sole e maltrattate, che trovano un alloggio sicuro e un piatto caldo nelle comunità di Bernalda, Scanzano, Montalbano, nella mensa ''Don Giovanni Mele'', nei centri di accoglienza ''La Tenda'', ''Don Tonino Bello'' e di Maria Santissima della Bruna. Ma penso anche alle comunità di recupero di Salandra (Emmanuel), di S. Maria d'Irsi (Fratello Sole), della Casa dei Giovani e alla prossima apertura delle comunità di Serra Marina (Casa Betania) e di S. Antonio (Casa Anna Carla). Quanto bene viene seminato dai centri che, sul territorio, si prendono cura dei diversamente abili e degli anziani''.
Un monito arriva dal vescovo. ''Non si può essere o vivere da cristiani - sottolinea - senza conoscere e vivere con Gesù, il vero festeggiato: la sorgente dalla quale le radici attingono acqua. Diciamocelo chiaramente: il rischio che stiamo correndo è che ogni nostra festa religiosa, quindi anche il Natale, tende a coltivare più l'esteriorità e il bello emozionale fatto di luci, musiche e feste varie, che non l'interiorità e la crescita spirituale, nutrita dall'ascolto della Parola, dalla partecipazione alla vita sacramentale, dalla preghiera e dall'impegno concreto nel sociale con attenzione verso gli ultimi''.
''Gesù continua a nascere - scrive nella sua lettera di auguri e di riflessione - là dove la vita viene accolta e coltivata con amore: qui c'è il vero presepe. Viviamo il tempo delle grandi contraddizioni. C'è chi vuole eliminare nelle scuole qualsiasi riferimento al sacro, come il presepe o le recite sul Natale di Gesù, in nome del rispetto delle altre religioni. La cosa non mi meraviglia: fin dai tempi di Erode il Bambinello Gesù ha contrastato i potenti, lottando contro le ingiustizie per l'affermazione della verità. Ma ci sono anche i puritani, difensori di una fede personale, infastiditi se il presepe viene contestualizzato in una situazione di miseria - aggiunge Caiazzo - quale può essere la presenza di migranti o di degrado, non conforme ai dettami della nostra cultura occidentale. E' l'ipocrisia di chi pensa di celebrare il Natale collocandolo all'inizio del cristianesimo senza volerlo calare nella storia attuale. E' esattamente l'idea opposta di San Francesco d'Assisi''.
Caiazzo dà merito alle realtà operose e caritatevoli presenti nel territorio della diocesi. ''Ci sono tanti luoghi di speranza - afferma - dove la vita è accolta, servita, sostenuta, amata, respirata. Penso ai tanti senza tetto, agli immigrati, alle donne sole e maltrattate, che trovano un alloggio sicuro e un piatto caldo nelle comunità di Bernalda, Scanzano, Montalbano, nella mensa ''Don Giovanni Mele'', nei centri di accoglienza ''La Tenda'', ''Don Tonino Bello'' e di Maria Santissima della Bruna. Ma penso anche alle comunità di recupero di Salandra (Emmanuel), di S. Maria d'Irsi (Fratello Sole), della Casa dei Giovani e alla prossima apertura delle comunità di Serra Marina (Casa Betania) e di S. Antonio (Casa Anna Carla). Quanto bene viene seminato dai centri che, sul territorio, si prendono cura dei diversamente abili e degli anziani''.
Un monito arriva dal vescovo. ''Non si può essere o vivere da cristiani - sottolinea - senza conoscere e vivere con Gesù, il vero festeggiato: la sorgente dalla quale le radici attingono acqua. Diciamocelo chiaramente: il rischio che stiamo correndo è che ogni nostra festa religiosa, quindi anche il Natale, tende a coltivare più l'esteriorità e il bello emozionale fatto di luci, musiche e feste varie, che non l'interiorità e la crescita spirituale, nutrita dall'ascolto della Parola, dalla partecipazione alla vita sacramentale, dalla preghiera e dall'impegno concreto nel sociale con attenzione verso gli ultimi''.