
Territorio
Imu agricola, a Matera gli agricoltori sulle barricate
La protesta è prevista per il 24 marzo
Matera - venerdì 20 marzo 2015
15.04
Con l'ultima approvazione del provvedimento sull'Imu agricola alla Camera, il decreto è stato convertito in legge. Dunque, nonostante le numerose rimostranze da parte dei sindaci e degli agricoltori, il governo è deciso nel far pagare il balzello contestatissimo.
Ma gli agricoltori lucani, i diretti interessati dal provvedimento, non cessano di manifestare tutta la loro contrarietà. Anzi, amplificheranno le proteste con delle manifestazioni che seguiranno nei prossimi giorni a Matera. In particolare è prevista per il 24 marzo una manifestazione, promossa da Altragricoltura, che coinvolgerà non solo gli agricoltori, ma anche i sindaci e la cittadinanza. La protesta con i trattori partirà alle ore 8.30 dalla statale 7, per poi proseguire per le vie della città.
Il promotore dell'iniziativa, Gianni Fabbris, coordinatore nazionale del movimento Altragricoltura, denuncia le difficoltà che gli agricoltori dovranno subire: "La tassa è una vera e propria patrimoniale che graverà sul lavoro. Per alcune aziende significa sopportare costi esorbitanti, come 600-700 euro in più ad ettaro di terreno. Queste cifre, unite agli aumenti della tassa sui consorzi di bonifica, costringono gli agricoltori a chiudere baracca". Frabbris sottolinea l'iniquità della tassa anche per i continui disagi a cui i comuni sono sottoposti: "I comuni sono già stati depredati di una certa somma sovrastimata dallo Stato. Adesso, non potendo far fronte a questa situazione, sono a rischio di dissesto finanziario".
Relativamente alla protesta, oltre a manifestare contro l'Imu agricola, gli agricoltori ribadiranno il loro 'no' all'aumento della tassa sui consorzi di bonifica e richiederanno "un tavolo con la Regione Basilicata e tutte le altre regioni per discutere di misure straordinarie per contrastare la crisi". Il coordinatore spiega: "E' vero, sono disponibili tante risorse nel Programma di Sviluppo Rurale, ma tantissime aziende non riescono ad accedere perché sono in crisi".
Invece per quanto riguarda le soluzioni per risolvere l'intricata questione, Frabbris propone di "continuare sulla via dei ricorsi, in gran parte non presentati perché la norma non era stata convertita in legge" e di "chiedere la riapertura di un tavolo con il governo nazionale". E conclude fiducioso: "La battaglia si può vincere, solo se riusciremo a presentarci come fronte unitario".
Ma gli agricoltori lucani, i diretti interessati dal provvedimento, non cessano di manifestare tutta la loro contrarietà. Anzi, amplificheranno le proteste con delle manifestazioni che seguiranno nei prossimi giorni a Matera. In particolare è prevista per il 24 marzo una manifestazione, promossa da Altragricoltura, che coinvolgerà non solo gli agricoltori, ma anche i sindaci e la cittadinanza. La protesta con i trattori partirà alle ore 8.30 dalla statale 7, per poi proseguire per le vie della città.
Il promotore dell'iniziativa, Gianni Fabbris, coordinatore nazionale del movimento Altragricoltura, denuncia le difficoltà che gli agricoltori dovranno subire: "La tassa è una vera e propria patrimoniale che graverà sul lavoro. Per alcune aziende significa sopportare costi esorbitanti, come 600-700 euro in più ad ettaro di terreno. Queste cifre, unite agli aumenti della tassa sui consorzi di bonifica, costringono gli agricoltori a chiudere baracca". Frabbris sottolinea l'iniquità della tassa anche per i continui disagi a cui i comuni sono sottoposti: "I comuni sono già stati depredati di una certa somma sovrastimata dallo Stato. Adesso, non potendo far fronte a questa situazione, sono a rischio di dissesto finanziario".
Relativamente alla protesta, oltre a manifestare contro l'Imu agricola, gli agricoltori ribadiranno il loro 'no' all'aumento della tassa sui consorzi di bonifica e richiederanno "un tavolo con la Regione Basilicata e tutte le altre regioni per discutere di misure straordinarie per contrastare la crisi". Il coordinatore spiega: "E' vero, sono disponibili tante risorse nel Programma di Sviluppo Rurale, ma tantissime aziende non riescono ad accedere perché sono in crisi".
Invece per quanto riguarda le soluzioni per risolvere l'intricata questione, Frabbris propone di "continuare sulla via dei ricorsi, in gran parte non presentati perché la norma non era stata convertita in legge" e di "chiedere la riapertura di un tavolo con il governo nazionale". E conclude fiducioso: "La battaglia si può vincere, solo se riusciremo a presentarci come fronte unitario".