Persone sul campanile - foto Fondazione Sassi
Persone sul campanile - foto Fondazione Sassi
Vita di città

La Fondazione Sassi protesta, danni durante evento dei free-runner

Una manifestazione ritenuta pericolosa per i giovani e le strutture degli antichi rioni

Si eleva alta la protesta della Fondazione Sassi dopo la Art of Motion 2019, tra le strade e i tetti degli antichi rioni della città. L'ente morale denuncia danneggiamenti e messaggi pericolosi dei freerunner impegnati nella competizione circa sull'uso improprio dei manufatti antichi.

La "Red Bull Art of motion", (gara di acrobazie e salti mortali) ha portato in città tanti esperti atleti, ma altrettanti giovani ragazzi pronti ad emularli, spesso non consapevoli dei pericoli ai quali vanno incontro. E solo la fortuna ha voluto che l'incidente occorso a due partecipanti alla competizione (con un ragazzo precipitato da un muro di oltre 7 metri che ha procurato allo stesso solo delle fratture) non ha avuto conseguenze ancora più tragiche.

Uno spettacolo che alla Fondazione Sassi non hanno gradito e non lo hanno mandato a dire. Preoccupazione per praticanti e per gli immobili antichi espressa dalle parole del presidente della fondazione, Vincenzo Santochirico.

"Da giorni i tetti dei rioni Sassi sono stati presi d'assalto da freerunner più o meno esperti. Nessuno li accompagnava in queste « perlustrazioni ». Nessuno ha detto loro che un muro in tufo non ha la stessa resistenza del cemento. Non tutti gli immobili dei rioni Sassi hanno manutenzione costante, è facile incappare in un concio di tufo non saldamente cementato".

Una manifestazione che, a detta di Santochirico, ha messo a nudo tutte le criticità dei Sassi. Il dito è puntato sugli organizzatori dell'evento che non hanno saputo vigilare.

"I tetti dei Sassi sono stati presi d'assalto dagli spettatori che, non accontentandosi della visuale da uno dei tanti belvedere, sono saliti sui tetti, rompendo le tegole, distruggendo i comignoli, arrivando ad arrampicarsi sul campanile della chiesa di San Pietro Barisano"- sottolinea Santochirico, ricordando il delicato equilibrio che sussiste sui manufatti degli antichi rioni cittadini.

«I Sassi, patrimonio Unesco dal 1993, sono fragili, ciascun materano ha il dovere di tutelarli. Sono la nostra storia, il nostro capitale, il nostro futuro. Mi chiedo come possano le istituzioni competenti, i soggetti che hanno la gestione di questo importante momento della vita della città consentire tale tipo di manifestazioni e se si tratta di colpevole distrazione o di volontaria scelta"- afferma in conclusione il presidente della Fondazione Sassi, denunciando le legittime limitazioni che vengono imposte ai proprietari di immobili, (con norme e direttive per il restauro, la conservazione e l'utilizzazione), ma anche ai residenti ed agli operatori commerciali e che nella circostanza sono stati ignorate, consentendo "di scalare, saltare, arrampicarsi, lanciarsi, utilizzando manufatti, tetti, terrazze, come se fossero un campo di esercitazione. Un abuso inaudito e inammissibile dei Sassi".

Di qui l'invito alle istituzione a non consentire un uso indiscriminato dei Sassi, valutando ed autorizzando con maggiore scrupolo le iniziative da svolgere negli antichi rioni cittadini, perché "Permettere una simile gara, con quello che ha comportato, non è degno della storia, della cultura e del ruolo che Matera ha". Anche perché "nei Sassi non si può fare tutto e sempre"- chiosa Santochirico.
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