Carne infetta venduta come pregiata in tutta Italia

Coinvolta anche Matera. Sequestri dei Nas in 21 province italiane e per un valore di oltre 2 milioni di euro e oltre 60 persone indagate

martedì 10 giugno 2014 13.29
I carabinieri del Comando per la tutela della salute stanno eseguendo 78 decreti di perquisizione e sequestro in tutta Italia nell'ambito di un'indagine, denominata 'Lio' e condotta dal Nas di Perugia, relativa all'illecita commercializzazione di bovini infetti, con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata.

L'operazione è condotta nelle province di Arezzo, Avellino, Bari, Foggia, L'Aquila, Latina, Lodi, Matera, Padova, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Ravenna, Rieti, Roma, Siena, Terni, Torino, Verona e Viterbo. I dettagli dell'operazione resi noti nel corso di una conferenza stampa dal Comando provinciale dei carabinieri di Perugia.

AGGIORNAMENTO - E' di ben quattro milioni di euro il valore dei beni sequestrati, 65 indagati e sigilli a quattro aziende agricole. Un bilancio importante quello dell'operazione che, dalle prime ore della mattina, ha visto impegnati oltre 300 carabinieri dei Nas e dell'Arma territoriale che stanno dando esecuzione in 21 province di 12 regioni a 78 decreti di perquisizione e sequestro emessi dalla Procura della Repubblica di Perugia nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commercializzazione per la successiva macellazione di bovini infetti e con marche auricolari contraffatte.

Provvedimenti che hanno visto coinvolte diverse regioni, tra cui la Basilicata, nelle province di Matera e Potenza, ma anche Umbria, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Marche, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

Un'indagine partita già nel 2011, quando i Nas avevano scoperto un traffico illecito di bovini colpiti da malattie infettive, alcune delle quali persino trasmissibili all'uomo. Gli animali, nati in aziende dell'Italia meridionale e insulare, arrivavano alla trafila della macellazione grazie all'intermediazione di due aziende conniventi, una di Perugia e una di Arezzo che, in accordo con allevatori e medici veterinari riuscivano a eludere i controlli sanitari facendo apparire sani i bovini. Poi, all'inizio del 2013, sono state sequestrate quattro aziende agricole e 500 bovini vivi, che sono stati abbattuti e distrutti, per un valore commerciale di due milioni e mezzo di euro.

L'indagine è proseguita ed è iniziata una seconda fase, che ha portato i militari dell'arma a porre tutti i tasselli dell'organizzazione criminale coinvolgendo 56 allevatori, 3 autotrasportatori e 6 medici veterinari delle Asl del centro-sud (Perugia, Arezzo, L'Aquila, Foggia, Potenza e Matera), che falsificavano i passaporti animali, ma anche le marche auricolari, introducendo nei mercati bovini di età e razze differenti da quelle riportate sulle certificazioni. Un'operazione che ha portato al sequestro di altri bovini per un valore che si aggira intorno ai 2 milioni di euro.