Il messaggio del vescovo di Matera per la Pasqua

Alcuni passi dell'omelia di monsignor Caiazzo

domenica 21 aprile 2019 11.57
"Celebrare la Pasqua significa cogliere il passaggio di Dio oggi nella storia degli uomini per rianimarli dallo sconforto, dalla rassegnazione, dal pessimismo che spesso chiude alla speranza del cambiamento". E' uno dei passaggi dell'omelia pronunciata dal vescovo di Matera Giuseppe Caiazzo per la veglia di Pasqua.

"Nessuno di noi potrà vivere l'autentico messaggio della Pasqua se non sente la certezza che Cristo oggi attraversa la sua vita", ha aggiunto.

"Faccio mia una frase del compianto Mons. Antonio Riboldi, vescovo di Acerra, che diceva: "Voler cancellare le impronte di Dio tra noi – anche oggi – è cancellare l'alito di Vita di Dio in noi". Impronte che sono evidenti e sulle quali noi camminiamo - ha detto ancora monsignor Caiazzo - uscendo dal buio della storia per tracciarne altre perché le nuove generazioni possano percorrerle e tracciarne ancora altre".

"Quando perdiamo una persona cara - ha detto Caiazzo in un altro passaggio dell'omelia - il vuoto che lascia è incolmabile. Lo diciamo e soprattutto lo sperimentiamo. L'amore ci porta, come le donne che si recano al sepolcro, nel luogo dove il corpo si trova per sfiorare con la mano e lo sguardo quella lapide sempre più fredda. Eppure compiamo un gesto importante: poniamo dei fiori, lasciamo accesa una lampada. Sono il segno della bellezza e del profumo del Paradiso, segno della luce eterna che splende per sempre".

"Ma c'è un passaggio più importante nella celebrazione della Pasqua. Non è desiderando la morte o chiudendosi in un mondo di morte la condizione che favorisce la pace nella vita eterna. La vita va comunque vissuta ritrovando entusiasmo, voglia di esserne protagonisti".