No alla buona scuola, docenti e studenti in rivolta

A Matera la manifestazione contro la nuova riforma scolastica

venerdì 22 maggio 2015 9.10
A cura di Marco Delli Noci
Il disegno di legge riguardante la nuova riforma della scuola, approvato alla Camera e in attesa dell'esame del Senato, non va di certo giù a docenti e studenti materani.

Il mondo della scuola di Matera, insieme ai sindacati (Flc Cgil, Snals, Uil scuola, Cisl scuola, Gilda), ha manifestato la sua ferma e convinta contrarietà a "La buona scuola" in piazza Vittorio Veneto. Per l'occasione gli stessi sindacati hanno consegnato al prefetto di Matera, Antonella Bellomo, il documento da inviare al presidente della Camera e del Senato, al Governo, nel quale si attesta il massimo disappunto del comparto scolastico.

Diversi i punti contestati contenuti nel ddl scuola,tra i quali: l'aumento dei poteri del direttore regionale e del dirigente scolastico; l'ingresso dei privati nella scuola pubblica; l'introduzione di un sistema competitivo basato sul "merito", con la competizione di un insegnante contro l'altro nella corsa ai crediti e alla progressione stipendiale; il piano di assunzioni a tempo indeterminato che riguarda i vincitori del concorso del 2012 e gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, che per il prossimo anno scolastico avranno un incarico annuale.

"Questa non è una legge sulla buona scuola – afferma con decisione Antimo Di Geronimo, della Gilda Basilicata – ma è una legge contro la scuola statale". Ed elenca l'introduzione delle disposizione a sfavore della scuola pubblica: "Chi iscriverà i figli alle scuole private avrà degli sgravi fiscali. Gli alunni cambieranno sempre insegnante, perché anche i docenti di ruolo diventeranno precari con l'introduzione del superpreside, in barba al principio di continuità didattica". Invece riguarda le assunzioni Di Geronimo ha qualche perplessità: "I 100 mila precari non saranno immessi in ruolo e dopo 3 anni non potranno più lavorare". Di Geronimo denuncia anche la flessibilità contenuta nel provvedimento: "Il governo potrà imporre orari di lavoro più lunghi ed abbassare gli stipendi, senza passare dalla contrattazione collettiva. Questo vuol dire che i docenti saranno servi e alleveranno servi".

Presenti alla manifestazione anche i candidati sindaci: il pentastellato, Antonio Materdomini, il sindaco uscente, Salvatore Adduce, e l'avvocato Raffaello De Ruggeri. Il primo ha voluto sottolineare la situazione dell'edilizia scolastica materana "pessima" e ha invitato sul palco la parlamentare Mirella Liuzzi del M5S. "La posizione del M5S – spiega Liuzzi - su questo decreto è sempre stata chiara: vogliamo il ritiro del provvedimento che non propone nulla di buono. Avrà piuttosto pesanti ricadute sui territori creando scuole di serie A e scuole di serie B". Mentre per Adduce, "le ansie e le preoccupazioni del mondo scolastico sul provvedimento devono essere considerate dal governo. Condividiamo le necessità di una revisione sulla questione".

Tanti gli studenti sul piede di guerra, rappresentati da Antonio Porsia, del sindacato studentesco Rete Studenti Medi della Basilicata: "Siamo qui per dire che la scuola pubblica sta per morire, così come tutte le speranze del nostro Paese". L'attacco è duro contro le istituzioni del potere: "Del resto una scuola che funziona bene, a disposizione di tutti, è sempre un problema per chi si attacca al potere come una sanguisuga". E conclude pungente: "Renzi ha pensato la scuola come luogo solo per chi parte avvantaggiato economicamente, e non come un luogo che formi le menti di tutti. E' una barbaria, una retrocessione al medioevo".
No alla buona scuola, docenti e studenti in rivolta
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