Tutela del patrimonio culturale, recuperate tante opere trafugate

L'attività dei carabinieri in Basilicata e in Puglia

giovedì 4 giugno 2020 21.00
Il nucleo carabinieri di tutela del patrimonio culturale di Bari, competente sul territorio della Puglia e della Basilicata, ha presentato il bilancio di un anno di attività sulla tutela di beni archeologici, di antiquariato e di arte contemporanea che rischiavano di essere definitivamente dispersi.

Nel 2019 sono state 126 le persone denunciate per reati di ricettazione, violazioni in materia di ricerche archeologiche, contraffazione di opere d'arte, in danno del paesaggio e altre tipologie di reato previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio e dal codice penale. Sono stati sequestrati 531 beni, di cui 176 di tipo antiquariale, archivistico e librario, 339 reperti archeologici e 16 opere d'arte contraffatte, per un valore economico stimato in 327.000 euro per i beni autentici e 400.000 euro per quelli contraffatti, qualora immessi sul mercato come autentici.

Particolare impulso è stato dato alla tutela delle aree archeologiche. Il fenomeno che ancora oggi minaccia maggiormente il patrimonio culturale in Puglia e Basilicata è lo scavo clandestino che alimenta un traffico di importanti proporzioni, intorno al quale ruotano grandi interessi economici e commerciali. Proprio dalla Puglia e dalla Basilicata sono stati trafugati numerosi reperti archeologici nazionali poi illecitamente trasferiti e venduti all'estero.

Un altro filone investigativo è il monitoraggio di siti e-commerce, ormai divenuti canale preferenziale per la compravendita di arte. Grazie a questa attività investigativa sono stati recuperati 339 reperti archeologici databili al IV secolo a.C. e 55 armi antiche.

Nel 2019, sono stati consumati solo 13 furti su beni culturali, il 40% in meno rispetto all'anno precedente. Anche il dato relativo a quelli consumati ai danni di istituti religiosi o luoghi di culto è sensibilmente migliorato: solo 2 furti a fronte di 7 dell'anno precedente.
I beni culturali ecclesiastici rappresentano, infatti, un'elevata percentuale del patrimonio culturale nazionale e comprendono soprattutto opere di pittura, scultura, mosaici, oggetti legati alle celebrazioni religiose (ostensori, calici, etc) ma anche beni librari e documenti storici che, nella quasi totalità dei casi, sono esposti senza alcuna vigilanza o misura di protezione.