Incontro sanità futura
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Ospedale e sanità

Prestazioni Sanità privata, modello piemontese e lucano a confronto

Interviene Sanità Futura Basilicata

Miglioramento della qualità delle prestazioni erogate, maggiore attrazione di pazienti di altre regioni, riduzione delle liste d'attesa: sono gli obiettivi che la Giunta regionale del Piemonte persegue per introdurre un nuovo modello per le convenzioni con la sanità privata. Di tutt'altro segno invece la situazione in Basilicata.

In Piemonte a cambiare sono le regole per l'assegnazione dei budget; saranno d'ora in poi direttamente le Asl, sulla base delle indicazioni della Regione, a sottoscrivere gli accordi con le strutture private accreditate. Una quota delle risorse, il 95%, viene assegnata sulla base del budget 2016, il resto verrà negoziato dalle Asl con le singole strutture in funzione del fabbisogno rilevato, con un tetto massimo del 110% rispetto al valore dell'anno precedente. In questo modo si intende rispondere al meglio alla domanda di salute dei pazienti, qualificando la spesa e rendendo flessibile il budget assegnato.
Nei fatti questa operazione, che è stata oggetto di un confronto approfondito con i rappresentanti della sanità privata, ha come finalità il miglioramento della qualità e la riduzione delle liste d'attesa, mentre saranno monitorate dalla Regione tutte le prestazioni erogate. In particolare, verrà riservata una quota supplementare di premialità alle strutture che forniranno uno standard di qualità elevato, a quelle che contribuiranno alla riduzione della mobilità passiva verso le altre regioni e alle strutture che aumenteranno la mobilità attiva. In controtendenza la situazione in Basilicata.

L'esempio più evidente. Si è appena concluso il mese di luglio in cui il Consiglio regionale ha approvato la legge 24 luglio 2017, n. 19 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2017". Nella legge si riscontrano alcune norme, che riguardano le strutture ambulatoriali, ma ancor di più i cittadini che hanno un gran bisogno di prestazioni specialistiche. Sono norme sicuramente nate da necessità "interpretative" per le quali la burocrazia ne paralizzava, negandola, la legittima fruizione e quindi anche l'erogazione da parte delle strutture specialistiche. Dette norme avrebbero dovuto vedere una loro immediata applicazione dal momento della loro entrata in vigore, ma così non è!

Una cocente delusione ci ha sopraffatto quando, durante l'ultimo incontro svoltosi a Matera tra le direzioni generali delle nostre AASSLL e le organizzazioni di categoria, abbiamo appreso che le norme in questione non potevano essere subito applicabili a causa di dubbi "interpretativi" per sciogliere i quali sarebbe necessario un quesito che le aziende vorrebbero sottoporre al dipartimento regionale. Inutile dire che la legge appare scritta correttamente in italiano e che così facendo ancora una volta una norma viene di fatto resa nulla. Inutile argomentare che una legge non dovrebbe assoggettarsi a giudizi e opinioni soprattutto da parte di chi ha il dovere di applicarla. Ci è stato detto che "l'interpretazione" è necessaria per tutelare gli uffici. Da cosa? Ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di svista o di strapagato potere dell'alta burocrazia? Tutti, in astratto, armati di buona fede, siamo disponibili ad accettare il diritto di un "servitore pubblico" a tutelarsi dal rischio di una errata "interpretazione" delle norme. Vorremmo evitare però che il dominio della burocrazia abbia come conseguenza che l'interpretazione della legge degeneri in uno strumento di arbitrio, e che a seconda delle situazioni la legge si applichi o si interpreti.

Forse è il caso che i funzionari lucani si facciano aiutare dai colleghi della Regione Piemonte che non hanno problemi di interpretazione di norme e dialogano costantemente con titolari delle strutture sanitarie private accreditate specie procedendo, celermente, senza ostacoli ed intoppi ai contratti delle prestazioni in una visione di "premialità" strettamente correlata alla qualità dei servizi erogati.
La formula che sosteniamo da sempre anche noi.
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