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Scuola e Lavoro

Callmat: più di metà lavoratori rischiano licenziamento

Aperta procedura per 252 su 400. Sindacati in agitazione

Le segreterie regionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni hanno ricevuto comunicazione da parte dell'azienda CallMat della formale apertura della procedura di licenziamento collettivo per un totale di 252 unità dello stabilimento di Matera.

La crisi – determinata dal taglio di volumi da parte del committente TIM - era stata preannunciata già nel mese di novembre e a tal fine si era già tenuto un incontro presso l'Assessorato alle Attività Produttive della Regione Basilicata, al termine del quale era stato concordato l'impegno da parte della Regione di intervenire per chiedere a TIM di ripristinare i volumi al fine di poter avviare un confronto tra le parti e verificare le possibili soluzioni della vertenza.

"L'apertura delle procedura - spiegano i sindacati - evidenzia l'urgenza di accelerare il confronto, chiamando alla responsabilità tutte le parti in causa che sono, per quanto ci riguarda, TIM, per ciò che attiene alla ingiustificabile e unilaterale decisione di ritiro dei volumi, legata solo a una logica di taglio dei costi che rischia di avere conseguenze pesanti su 400 famiglie lucane, CallMat che non può sottrarsi alla necessità di attivare immediatamente gli ammortizzatori sociali, al fine di garantire un minimo di protezione alle maestranze coinvolte, e la Regione Basilicata che dovrà svolgere un importante ruolo di mediazione. Chiederemo, inoltre, l'apertura di un tavolo nazionale al Ministero competente. Per quanto ci riguarda, è immediatamente dichiarato lo stato di agitazione e si apre un percorso di mobilitazione che ci vedrà impegnati fino in fondo a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori di CallMat".
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