
Cinema
I vincitori e i premiati del Matera film festival
Domani la conclusione
Matera - sabato 15 novembre 2025
22.45
Si conclude la sesta edizione del Matera Film Festival, diretto da Dario Toma e Nando Irene, con la consegna dei premi, al Cineteatro Comunale Gerardo Guerrieri. Ospiti della serata il regista, attore, conduttore e doppiatore Claudio Bisio, il regista e sceneggiatore Riccardo Milani e la cantautrice Arisa. Tra gli ospiti della sesta edizione, anche Terry Gilliam, Yoshitaka Amano, Gabriele Mainetti, Paolo strippoli, Manlio Castagna, Alòissa Jung, Amanda Strong, il cast di Un posto al Sole, Maurizio De Giovanni, Giuseppe Marco Albano, Marilina Succo, Giorgio Vedrelli, Rolando Colla, Linda Olsansky, Gianluca Matarrese, Emanuele Salce, Andrea Pergolari, Angela e Marianna Fontana, Tess Massazza, Pietro Crozza Signoris.
La giuria della sezione dei lungometraggi Futures composta da Fabio Ferzetti (critico cinematografico e curatore), Eleonora Ivone (attrice e regista) e Francesca Mazzoleni (regista e sceneggiatrice) ha premiato:
Miglior lungometraggio: Le città di pianuradiretto da Francesco Sossai, con la seguente motivazione: "Un esercizio di profondità e leggerezza che rinnova il rapporto con la nostra grande tradizione coniugando schemi narrativi collaudati a uno sguardo libero e contemporaneo, che getta nuova luce sul divenire di una regione in trasformazione. Facendone quasi la metafora di tutto un paese. E regalandoci, al tempo stesso, personaggi e interpreti memorabili, come raramente capita di incontrare nel nostro cinema". Il film, presentato nei giorni scorsi al Matera Film Festival dall'attore e musicista Pierpaolo Capovilla, racconta di Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni con l'ossessione di andare a bere l'ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all'altro, si imbattono per caso in Giulio, timido studente di architettura: l'incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l'amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.
La giuria ha assegnato una Menzione Speciale al film turco When The Walnut Leaves Turn Yellow, diretto da Mehmet Ali Konar con la seguente motivazione: "per la sapiente asciuttezza di una regia che concentra il dolore e i dilemmi di una lunghissima guerra nello spazio apparentemente ristretto di un nucleo familiare. Trovando, nella rappresentazione del conflitto turco-curdo, accenti oggi più che mai tragicamente universali". Il film racconta di Civan, giovane padre gravemente malato che cerca di insegnare al figlio come gestire la sua vita e come mantenersi quando morirà, senza dirgli che sta morendo, ambientato nella regione curda della Turchia devastata dalla guerra.
Per quanto riguarda i Documentari i giurati Vania Cauzillo (regista, documentarista e ricercatrice), Leonardo Godano (produttore cinematografico, Groenlandia) e Andrea Papini (regista, sceneggiatore, autore e produttore) hanno assegnato:
Premio Miglior Documentario a Fratelli di culladi Alessandro Piva, premiato all'unanimità con la seguente motivazione "per la capacità di descrivere un passato recente con stile asciutto ma emotivamente intenso, con sguardo ampio e pieno di affetto. La storia del brefotrofio di Bari, grazie alla sapiente unione di materiali di repertorio, riprese originali ed interviste a chi in quella struttura ha affrontato i primi anni di vita, illumina un periodo storico che ha interessato la cosiddetta generazione dei baby boomer e al tempo stesso parla alle generazioni attuali ricordando che i legami familiari avuti o non avuti sono tra gli elementi più importanti della nostra vita e della nostra società". Il documentario racconta del brefotrofio di Bari che dal dopoguerra accolse bambini abbandonati alla nascita: si chiamano tra loro "fratelli di culla", per molti dei quali la rivelazione è arrivata in età adulta. Il film raccoglie le voci di quegli ex ospiti, ormai adulti, che ancora oggi cercano di ricomporre il filo spezzato della propria identità. Un viaggio spesso ostacolato da un sistema legislativo che rende tutto più difficile.
Menzione speciale per il documentario aKickoff, diretto da Roser Corella e Stefano Obino, con la seguente motivazione: "per la capacità di trasformare un torneo di calcio in un racconto di emancipazione e cambiamento, dove il gioco diventa occasione concreta di libertà e affermazione, specialmente per le donne in contesti periferici. Il film conduce lo spettatore là dove difficilmente potrebbe arrivare: all'interno di una comunità remota, offrendo uno sguardo autentico sulla relazione profonda tra autori e protagonisti e valorizzando il ruolo insostituibile del documentario nel condividere esperienze e cambiamenti reali con un altissimo valore sociale. Il documentario inoltre ripensa la Via della Seta in chiave attuale, facendo di ogni incontro e sfida una tappa di apertura e scambio, e offrendo così allo spettatore una visione intensa e tangibile delle dinamiche di cooperazione e trasformazione in atto nel contemporaneo". Il documentario, produzione del Kirghizistan, Germania e Spagna, è ambientato in un piccolo villaggio sulle montagne del Kirghizistan, dove le tradizioni conservatrici limitano le donne ai doveri domestici, Gazi sfida lo status quo organizzando un torneo di calcio femminile e dovrà affrontare la resistenza culturale, svelando una storia avvincente di resilienza e cambiamento sociale in questo contesto unico.
La sezione dei cortometraggi Short , affidata al giudizio di Giuseppe Marco Albano (regista, sceneggiatore e produttore), Angela Fontana (attrice) e Tess Masazza (attrice e autrice), ha premiato:
Miglior cortometraggio il turco The surrogate girl, diretto da Onur Guler con la seguente motivazione: "un'opera di straordinaria intensità emotiva e rigore morale, che affronta con sensibilità e coraggio i dilemmi della maternità. La regia, richiama per profondità etica e tensione narrativa il cinema di Asghar Farhadi, trasformando un dramma personale in una riflessione universale. Le due protagoniste offrono interpretazioni di rara autenticità.Il cortometraggio si afferma come un'opera necessaria, in cui lucidità narrativa, sensibilità femminile e forzata interpretativa si fondono in un racconto di intensa umanità". Il corto racconta della studentessa liceale Mira è costretta a nascondere la sua gravidanza per nove mesi. Decide di vendere il suo bambino a una coppia che vive nello stesso quartiere e che non riesce a concepire.
Menzione speciale cortometraggi a Playing God, corto di animazione diretto da Matteo Burani e premiato con la seguente motivazione: "il film crea un universo compatto e magnetico, dove ogni dettaglio ha peso. Grazie a un'animazione rigorosa e a una regia incisiva, il film rende concreto il tema della creazione e del bisogno di esistere. L'autore fonde immagini forti e simboliche in una parabola sul potere e sull'arte. Il risultato è un'opera visionaria e personale, che afferma con chiarezza la voce di un autore coraggioso". Il corto racconta di una scultura d'argilla che prende vita nell'oscurità di un laboratorio, circondata da misteriose creature.
Il programma si completa domani con l'ultima giornata di incontri e proiezioni.
La giuria della sezione dei lungometraggi Futures composta da Fabio Ferzetti (critico cinematografico e curatore), Eleonora Ivone (attrice e regista) e Francesca Mazzoleni (regista e sceneggiatrice) ha premiato:
Miglior lungometraggio: Le città di pianuradiretto da Francesco Sossai, con la seguente motivazione: "Un esercizio di profondità e leggerezza che rinnova il rapporto con la nostra grande tradizione coniugando schemi narrativi collaudati a uno sguardo libero e contemporaneo, che getta nuova luce sul divenire di una regione in trasformazione. Facendone quasi la metafora di tutto un paese. E regalandoci, al tempo stesso, personaggi e interpreti memorabili, come raramente capita di incontrare nel nostro cinema". Il film, presentato nei giorni scorsi al Matera Film Festival dall'attore e musicista Pierpaolo Capovilla, racconta di Carlobianchi e Doriano, due spiantati cinquantenni con l'ossessione di andare a bere l'ultimo bicchiere. Una notte, vagando in macchina da un bar all'altro, si imbattono per caso in Giulio, timido studente di architettura: l'incontro con questi due improbabili mentori trasformerà profondamente Giulio nel suo modo di vedere il mondo e l'amore, e di immaginare il futuro. Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza.
La giuria ha assegnato una Menzione Speciale al film turco When The Walnut Leaves Turn Yellow, diretto da Mehmet Ali Konar con la seguente motivazione: "per la sapiente asciuttezza di una regia che concentra il dolore e i dilemmi di una lunghissima guerra nello spazio apparentemente ristretto di un nucleo familiare. Trovando, nella rappresentazione del conflitto turco-curdo, accenti oggi più che mai tragicamente universali". Il film racconta di Civan, giovane padre gravemente malato che cerca di insegnare al figlio come gestire la sua vita e come mantenersi quando morirà, senza dirgli che sta morendo, ambientato nella regione curda della Turchia devastata dalla guerra.
Per quanto riguarda i Documentari i giurati Vania Cauzillo (regista, documentarista e ricercatrice), Leonardo Godano (produttore cinematografico, Groenlandia) e Andrea Papini (regista, sceneggiatore, autore e produttore) hanno assegnato:
Premio Miglior Documentario a Fratelli di culladi Alessandro Piva, premiato all'unanimità con la seguente motivazione "per la capacità di descrivere un passato recente con stile asciutto ma emotivamente intenso, con sguardo ampio e pieno di affetto. La storia del brefotrofio di Bari, grazie alla sapiente unione di materiali di repertorio, riprese originali ed interviste a chi in quella struttura ha affrontato i primi anni di vita, illumina un periodo storico che ha interessato la cosiddetta generazione dei baby boomer e al tempo stesso parla alle generazioni attuali ricordando che i legami familiari avuti o non avuti sono tra gli elementi più importanti della nostra vita e della nostra società". Il documentario racconta del brefotrofio di Bari che dal dopoguerra accolse bambini abbandonati alla nascita: si chiamano tra loro "fratelli di culla", per molti dei quali la rivelazione è arrivata in età adulta. Il film raccoglie le voci di quegli ex ospiti, ormai adulti, che ancora oggi cercano di ricomporre il filo spezzato della propria identità. Un viaggio spesso ostacolato da un sistema legislativo che rende tutto più difficile.
Menzione speciale per il documentario aKickoff, diretto da Roser Corella e Stefano Obino, con la seguente motivazione: "per la capacità di trasformare un torneo di calcio in un racconto di emancipazione e cambiamento, dove il gioco diventa occasione concreta di libertà e affermazione, specialmente per le donne in contesti periferici. Il film conduce lo spettatore là dove difficilmente potrebbe arrivare: all'interno di una comunità remota, offrendo uno sguardo autentico sulla relazione profonda tra autori e protagonisti e valorizzando il ruolo insostituibile del documentario nel condividere esperienze e cambiamenti reali con un altissimo valore sociale. Il documentario inoltre ripensa la Via della Seta in chiave attuale, facendo di ogni incontro e sfida una tappa di apertura e scambio, e offrendo così allo spettatore una visione intensa e tangibile delle dinamiche di cooperazione e trasformazione in atto nel contemporaneo". Il documentario, produzione del Kirghizistan, Germania e Spagna, è ambientato in un piccolo villaggio sulle montagne del Kirghizistan, dove le tradizioni conservatrici limitano le donne ai doveri domestici, Gazi sfida lo status quo organizzando un torneo di calcio femminile e dovrà affrontare la resistenza culturale, svelando una storia avvincente di resilienza e cambiamento sociale in questo contesto unico.
La sezione dei cortometraggi Short , affidata al giudizio di Giuseppe Marco Albano (regista, sceneggiatore e produttore), Angela Fontana (attrice) e Tess Masazza (attrice e autrice), ha premiato:
Miglior cortometraggio il turco The surrogate girl, diretto da Onur Guler con la seguente motivazione: "un'opera di straordinaria intensità emotiva e rigore morale, che affronta con sensibilità e coraggio i dilemmi della maternità. La regia, richiama per profondità etica e tensione narrativa il cinema di Asghar Farhadi, trasformando un dramma personale in una riflessione universale. Le due protagoniste offrono interpretazioni di rara autenticità.Il cortometraggio si afferma come un'opera necessaria, in cui lucidità narrativa, sensibilità femminile e forzata interpretativa si fondono in un racconto di intensa umanità". Il corto racconta della studentessa liceale Mira è costretta a nascondere la sua gravidanza per nove mesi. Decide di vendere il suo bambino a una coppia che vive nello stesso quartiere e che non riesce a concepire.
Menzione speciale cortometraggi a Playing God, corto di animazione diretto da Matteo Burani e premiato con la seguente motivazione: "il film crea un universo compatto e magnetico, dove ogni dettaglio ha peso. Grazie a un'animazione rigorosa e a una regia incisiva, il film rende concreto il tema della creazione e del bisogno di esistere. L'autore fonde immagini forti e simboliche in una parabola sul potere e sull'arte. Il risultato è un'opera visionaria e personale, che afferma con chiarezza la voce di un autore coraggioso". Il corto racconta di una scultura d'argilla che prende vita nell'oscurità di un laboratorio, circondata da misteriose creature.
Il programma si completa domani con l'ultima giornata di incontri e proiezioni.
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