Municipio di Matera
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Vita di città

Adozione regolamento urbanistico, il botta e risposta Scarola – Cangelli

Il consigliere comunale avverte: “Notificata diffida dalla Regione”. L’assessore sugli scudi: “E’ solo una sollecitazione”.

Altro argomento scottante, sotto l'occhio del ciclone della politica materana, è l'adozione da parte del consiglio comunale del regolamento urbanistico.

La nuova pianificazione urbanistica – che sostituirà l'ultima datata 1999 - redatta dall'architetto Francesco Nigro, ha superato quasi tutto l'iter procedurale: infatti, verso la conclusione del precedente mandato amministrativo, è stata sottoposta alle valutazioni della conferenza di pianificazione nel marzo 2015. Ora manca solo l'adozione del regolamento in consiglio comunale che tarda ad arrivare. Considerando soprattutto il termine perentorio del 30 settembre 2015 – stabilito dalla Regione Basilicata - entro il quale bisognava adempiere.

L'ente regionale, in seguito, ha notificato la diffida al Comune di Matera per l'adozione del regolamento urbanistico. A darne notizia è stato il consigliere comunale democratico, Giovanni Scarola, che ha spiegato: "In data 26 agosto 2015 avevo allertato l'amministrazione comunale sulla necessità di avviare l'iter per l'Adozione del Regolamento Urbanistico ai sensi della legge 23 /99 della Regione Basilicata. Avevo dato disponibilità all'Assessore sin dal 2 settembre 2015 per la convocazione urgente della commissione competente".

Ma la commissione non si è riunita, rinviando ulteriormente il passaggio in consiglio. Così è giunto l'avvertimento della Regione che al contempo ha concesso "ulteriori 40 giorni – afferma Scarola - al Comune di Matera per procedere all'adozione del regolamento urbanistico". Trascorso il termine, continua amareggiato il consigliere, "la programmazione urbanistica della nostra Città sarà decisa in un'unica stanza e da un burocrate nominato dalla giunta regionale di Basilicata. In aggiunta con ulteriori spese a carico della comunità materana".

La risposta dell'assessore comunale alle politiche di governo e territorio, Francesca Cangelli, sulla questione di preminente importanza, non si è fatta attendere: "In merito alla diffida trasmessa dalla Regione al Comune di Matera, altro non è se non un sollecito generale inviato ai comuni lucani che non si sono ancora dotati di regolamento urbanistico con riferimento alle numerose amministrazioni che non hanno ancora avviato il relativo procedimento". In particolare Cangelli ha tenuto a precisare che "il termine fissato dalla Regione non riguarda l'adozione del regolamento urbanistico, ma l'indizione e/o conclusione della conferenza di pianificazione che, nel caso di Matera, si è conclusa nel marzo 2015. Tecnicamente, dunque, rispetto all'oggetto specifico della diffida il Comune può considerarsi sin d'ora adempiente, essendosi conclusa, come noto, la conferenza di pianificazione nel marzo 2015. Tale diffida non sarebbe, quindi, giuridicamente idonea a far scattare, allo spirare del termine, i poteri sostitutivi di cui all'art. 46 della LR n. 23/1999".

Il regolamento urbanistico è stato analizzato dall'assessore e dall'architetto Nigro: "Il 26 novembre scorso, mi sono recata presso lo studio dell'architetto Nigro per una riunione nel corso della quale ho segnalato alcune vicende urbanistiche ancora in itinere o recentemente concluse per l'adeguamento del regolamento urbanistico per evitare che in consiglio comunale venga adottato un regolamento sostanzialmente 'falso'". In secondo luogo, ha aggiunto l'assessore, "ho informato l'architetto Nigro sul quadro strategico predisposto dalla giunta in fase di prima attuazione delle linee strategiche per l'adeguamento del regolamento che era stato inviato alla conferenza di pianificazione senza alcun riferimento, nemmeno testuale alle esigenze di Matera, Capitale europea della cultura nel 2019". Solo in seguito a tali analisi il regolamento urbanistico potrà essere responsabilmente sottoposto all'esame della commissione e in seguito al consiglio comunale.

"Mi sono impegnata – ha concluso l'assessore – a limitare numero ed entità delle modifiche, in modo da evitare la necessità di una nuova conferenza di pianificazione. E tale necessità mi pare, sin d'ora esclusa, in quanto l'iter descritto appare pienamente compatibile con il disposto dell'art. 36 della LR n. 23/1999, che, al comma 2 abilita l'ente competente ad intervenire sul RU presentato alla conferenza dopo la sua conclusione, disponendo che "L'Ente istituzionale, espletata la Conferenza di Pianificazione, definisce il Piano", autorizzando, dunque, "messe a punto" successive alla conclusione della Conferenza. Gli enti partecipanti alla Conferenza, d'altronde, avranno occasione di esaminare e valutare il RU nella sua nuova versione dopo la sua adozione, ai sensi dell'art. 36, comma 3 della L.R n. 23/1999".
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