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Vita di città
Qualità della vita, Matera continua ad andare giù in classifica
La relazione di Legambiente
Matera - lunedì 20 ottobre 2025
21.55
Matera e Potenza in costante arretramento. Questa è la fotografia fornita dal Rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei 106 capoluoghi di provincia italiani riferite ai dati del 2024.
Nella classifica generale della qualità ambientale dei due capoluoghi, Matera scende dall' 82° posto dello scorso anno al 92° di quest'anno (nel 2023 era al 55° posto). Potenza invece continua lentamente ad arretrare scendendo di quattro posizioni dall'80° posto dello scorso anno all'84° di quest'anno (nel 2023 era al 79° posto).
Il punteggio complessivo risulta ben al di sotto della media italiana (pari a 54,24%) sia per Matera, che totalizza un punteggio di 41,99% (lo scorso anno era 48,11%) che per Potenza che segna il 45,62% (lo scordo anno era il 48,55%). Il punteggio, calcolato in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 19 indicatori considerati da Ecosistema Urbano che coprono 6 aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Sintetizzando, quindi, si può dire che la città di Matera rispetto allo scorso anno peggiora notevolmente le proprie performance ambientali, mentre per Potenza l'arretramento è meno marcato ma, comunque, relega il capoluogo regionale nelle retrovie della classifica generale.
In generale a Potenza continuano a persistere e si aggravano perenni questioni urbane non risolte. Ci riferiamo alle vecchie problematiche del settore trasporti e mobilità (basso numero di passeggeri del trasporto pubblico, ancora poche piste ciclabili, poche isole pedonali e ZTL, altissimo tasso di motorizzazione), quelle relative alla dispersione idrica ma anche alla situazione impantanata nella gestione dei rifiuti. Scarsa diffusione di impianti pubblici alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Scarsissima presenza di alberi in area urbana.
Matera viene penalizzata nel punteggio innanzitutto per la mancata fornitura di molti dati ma anche per l'assenza di dati sulla qualità dell'aria (a causa di mancanza di centraline di monitoraggio) e per la bassa disponibilità di verde urbano accessibile.
Nella classifica generale della qualità ambientale dei due capoluoghi, Matera scende dall' 82° posto dello scorso anno al 92° di quest'anno (nel 2023 era al 55° posto). Potenza invece continua lentamente ad arretrare scendendo di quattro posizioni dall'80° posto dello scorso anno all'84° di quest'anno (nel 2023 era al 79° posto).
Il punteggio complessivo risulta ben al di sotto della media italiana (pari a 54,24%) sia per Matera, che totalizza un punteggio di 41,99% (lo scorso anno era 48,11%) che per Potenza che segna il 45,62% (lo scordo anno era il 48,55%). Il punteggio, calcolato in centesimi, viene assegnato sulla base dei risultati qualitativi ottenuti nei 19 indicatori considerati da Ecosistema Urbano che coprono 6 aree tematiche: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia.
Sintetizzando, quindi, si può dire che la città di Matera rispetto allo scorso anno peggiora notevolmente le proprie performance ambientali, mentre per Potenza l'arretramento è meno marcato ma, comunque, relega il capoluogo regionale nelle retrovie della classifica generale.
In generale a Potenza continuano a persistere e si aggravano perenni questioni urbane non risolte. Ci riferiamo alle vecchie problematiche del settore trasporti e mobilità (basso numero di passeggeri del trasporto pubblico, ancora poche piste ciclabili, poche isole pedonali e ZTL, altissimo tasso di motorizzazione), quelle relative alla dispersione idrica ma anche alla situazione impantanata nella gestione dei rifiuti. Scarsa diffusione di impianti pubblici alimentati da fonti energetiche rinnovabili. Scarsissima presenza di alberi in area urbana.
Matera viene penalizzata nel punteggio innanzitutto per la mancata fornitura di molti dati ma anche per l'assenza di dati sulla qualità dell'aria (a causa di mancanza di centraline di monitoraggio) e per la bassa disponibilità di verde urbano accessibile.