Politica

La delibera controversa continua a scaldare la politica materana

Il caso della delibera revocata sull'affidamento in custodia di un immobile nei Sassi all'associazione Fare Verde Onlus continua a far discutere non solo l'opinione pubblica, ma soprattutto la...

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Materdomini chiede trasparenza e dimissioni dell’assessore Amenta. Matera Si Muove presenta un’interrogazione.

Il caso della delibera revocata sull’affidamento in custodia di un immobile nei Sassi all’associazione Fare Verde Onlus continua a far discutere non solo l’opinione pubblica, ma soprattutto la politica materana. Sotto accusa l’assessore alle politiche giovanili e allo sport, Massimiliano Amenta, tirato in ballo per essere legato all’associazione, così come la lista civica Matera Si Muove.

Ricostruendo la vicenda, l’immobile – come scritto nell’atto comunale – “risulta ad oggi inagibile per le precarie condizioni igienico sanitarie, e versa in uno stato di abbandono, esposto peraltro ad atti vandalici, ripetuti nel tempo, non presentando tuttavia criticità sotto il profilo statico”, e considerando “i tempi lunghi previsti per l’avvio e il compimento delle procedure per l’individuazione del legittimo assegnatario” si potrebbe verificare il “rischio concreto di occupazione abusiva e di ulteriori danneggiamenti”. Così la giunta aveva deciso di affidare, “nelle more di un bando ad evidenza pubblica”, la custodia all’associazione Fare Verde Onlus fino al 30 luglio.

Subito dopo l’approvazione dell’atto comunale, è giunta la contestazione dei consiglieri di centro-sinistra che hanno voluto rimarcare “la mancanza di rispetto nella procedura prevista dalla normativa in materia ed in particolare le leggi che regolano l’utilizzo e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità”, richiedendo conseguentemente le dimissioni dell’assessore Amenta.

Ora la delibera è stata revocata e l’assessore è sempre al suo posto, ma sorgono ancora malumori all’interno della minoranza. Questa volta tocca al consigliere del Movimento 5 Stelle, Antonio Materdomini, criticare fortemente la procedura attuata: “Alla linearità della normativa non ci sembra sia corrisposta una corretta applicazione della stessa: vogliamo sottolineare la gravità di una concessione avvenuta senza aver rispettato i criteri di trasparenza e pubblica evidenza, previsti dalla Legge nazionale, che regola la gestione di tali beni”.

Riguardo ad interessi e legami privati, sollevati anche dai consiglieri di sinistra, “abbiamo già assistito in passato – sottolinea Materdomini – a fenomeni di privilegio politico, e ci saremmo aspettati maggiore attenzione da parte di una Amministrazione che, professandosi ‘nuova’ rispetto alla precedente, ha illuso i materani su un nuovo corso che, stando ai fatti, sembra assomigliare tanto al vecchio. La differenza, rispetto al passato, è che finalmente in consiglio comunale c’è anche chi, come il Movimento 5 Stelle, ha a cura gli interessi dei cittadini prima di tutto, e non di personalissimi gruppi di potere e degli amici degli amici”. Per questo motivo “auspichiamo le dimissioni di Amenta, che usa disinvoltamente un ufficio pubblico – la Segreteria dell’assessorato – come fosse una segreteria associativa; raccogliendo tesseramenti e quote di iscrizione, oltre a concedere locali pubblici ai propri co-associati senza rispettare le procedure previste per legge”.

Dal canto suo il movimento ‘Matera Si Muove’ fa sentire la sua voce sul tema riguardante l’assegnazione di immobili, presentando un’interrogazione urgente all’assessore comunale ai Sassi del Comune di Matera.

In questo caso, la questione riguarda l’assegnazione alla tesoriera dell’associazione Tolbà di immobili relativi ad un’abitazione posta al primo piano al Rione Pianelle con accesso dai civici 43 e 43 bis in via della Madonna delle Vergini e un’ulteriore unità al Rione Pianelle composta da tre vani a piano terra e terrazzino adiacente con accesso al civico 111.
In particolare, ai consiglieri interroganti, Angelo Bianco e Daniele Fragasso, risulta che gli immobili siano in uso dell’associazione Legambiente. Pertanto si chiede nell’interrogazione “di conoscere a quale titolo l’associazione Legambiente utilizzi gli immobili che derivano dai beni confiscati a chi si è reso colpevole di reati mafiosi” e “conoscere i motivi per i quali una assegnazione temporanea si è protratta per oltre dieci anni senza dar luogo a perfezionamenti e/o a bandi pubblici”.